La quarta ondata in Europa è realtà: allarme da Oms ed Ema

L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme sulla quarta ondata di Covid ormai arrivata in Europa a pieno regime. Il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge ha dichiarato che si è di nuovo “all’epicentro della pandemia”, ribadendo l’importanza che tutti si vaccinino, “perché nessuno è protetto fino a quando tutti saranno protetti”. Anche l’Agenzia Europea per il Farmaco si è accodata, prevedendo un rischio terribile di circa 500 mila morti nel Vecchio Continente entro il mese di febbraio. La nuova ondata di casi e l’aumento dei contagi nei vari Paesi stanno facendo preoccupare anche le Borse. Tuttavia il dato comune sembra uno: i Paesi che si vaccinano di più soffrono di meno l’ondata dei contagi. Quelli con meno vaccinazioni, invece, soffrono di più l’aumento dei contagi. È altrettanto vero che in Italia stanno aumentando i nuovi casi positivi, più o meno ovunque, e ci sono anche alcune Regioni che rischiano di più, soprattutto sotto l’aspetto dei ricoveri.

Quali sono le regioni italiane più a rischio?

La Fondazione Gimbe, che esamina settimanalmente l’andamento dei contagi nel nostro Paese, ha rivelato che nell’ultima settimana si è registrato un aumento di 16 punti percentuali, mentre per quanto riguarda i ricoveri si segnala un aumento del 14,9% nei reparti ospedalieri e del 12,9% nelle terapie intensive. Nel nostro Paese ci sono regioni che sono più a rischio di altre: tra queste spiccano il Friuli Venezia Giulia, la Calabria, la Provincia autonoma di Bolzano, che segnano un incremento considerevole nelle ultime due settimane, più elevato rispetto alla media nazionale. Intanto nella mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie si tingono di giallo regioni quali Liguria, Umbria, Abruzzo, Puglia e Provincia autonoma di Trento. Restano in verde Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Molise, Basilicata e Sardegna. A Trieste, per finire, il sindaco ha imposto l’obbligo di indossare la mascherina in caso di presenza ai cortei.

L’importanza della terza dose

L’Ema, come annunciato dal responsabile della task force Fergus Sweeney, a breve pubblicherà una nuova raccomandazione, dopo aver raccolto tutti i dati disponibili. Si parla di somministrazioni anche per i bambini in età pediatrica: l’obiettivo, al momento, come annunciato dal responsabile del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, è quello di vaccinare i bambini nella fascia 5-11 anni entro dicembre, ma si attende il via libera definitivo dell’Ema.

Il responsabile della strategia vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Marco Cavaleri ha rivelato che la quarta ondata di pandemia è già in vigore: “Ci sono soggetti particolarmente vulnerabili al virus del Covid. Già raccomandiamo una terza dose per pazienti immunodepressi e non è escluso che questa categoria di persone che non rispondono alla vaccinazione possa avere benefici da una quarta dose già adesso”.

A proposito di terza dose, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto la terza dose la scorsa settimana (ma le foto sono state diffuse in un secondo momento). Al momento la terza somministrazione è riservata agli over 60, alle persone fragili e al personale sanitario, i quali si stanno sottoponendo alla dose booster.

A che punto è il farmaco orale molnupiravir di Merck

In Gran Bretagna è stata concessa l’autorizzazione da parte della MHRA (l’agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari britannici) per la speciale pillola anti-Covid, come annunciato da Merck e Ridgeback Biotherapeutics, le aziende produttrici. La pillola sarà quindi disponibile sotto il nome di Lagevrio. Il farmaco è utile per trattamento orale e potrà essere assunto da persone che presentano almeno un fattore di rischio per quel che concerne la comparsa e lo sviluppo di malattie gravi. Stando agli studi incentrati sul medicinale, Lagevrio sarebbe capace di dimezzare il rischio di ospedalizzazione o decesso dei soggetti a rischio (con Covid da lieve a moderato).

Non è ancora chiaro se e quando il farmaco arriverà in Italia. Le tempistiche di autorizzazione da parte dell’Ema non sono ancora prevedibili, ma è garantita l’assistenza a tutti quei Paesi che vogliono autorizzarne l’utilizzo prima dell’approvazione definitiva dell’Unione europea. A ogni modo il governo, per voce del ministro della Salute Roberto Speranza, ha annunciato di essere sempre d’accordo sulla direzione presa dagli “acquisti condivisi a livello europeo”, anche perché “il modello che ha funzionato per i vaccini, dovrebbe funzionare anche per gli altri farmaci”.

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