Ex Ilva: notizie su accordo ArcelorMittal-commissari

TARANTO Ex Ilva: con una nota stampa ufficiale, ripresa dall’Ansa, ArcelorMittal ha confermato la firma dell’accordo di ieri a Milano e ulteriori dettagli sulla vicenda.

Alla base, c’è un contratto di affitto modificato rispetto al contratto del 2018. Se non c’è un contratto di investimento da parte del pubblico entro il 30 novembre 2020, AM Invest Co (azienda collegata alla società franco-indiana) potrà rescindere il contratto entro il 31 dicembre 2020 con una penale di 500 milioni di euro.

In più, confermata l’assunzione di 10700 lavoratori come totale impiegato nel polo siderurgico, ma solo entro il 2025. Tra le novità, invece, per l’ex Ilva c’è la questione Cigs. Infatti, i sindacati hanno tempo per parlarne con la multinazionale fino al 31 maggio 2020.

In più, ci saranno soluzioni anche per gli operai in amministrazione straordinaria.

Ex Ilva: la questione riconversione

Per quanto riguarda la riconversione per i macchinari dell’ex Ilva, c’è l’accordo. Infatti, le parti hanno concordato l’utilizzo di nuove tecnologie. In più, nella produzione si userà acciaio pre-ridotto e il forno elettrico (almeno per l’Afo 5). In più, procederanno i lavori in base alle direttive Aia.

“Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, non è il momento di fare commenti. Molto lavoro è stato fatto e ce ne è molto da fare” hanno spiegato i commissari straordinari.

Nel frattempo, al Tribunale di Milano, i legali delle parti stanno presentando i documenti per cancellare la causa civile. Resta, invece, il procedimento legale che si basa sulle indagini della Procura di Milano per aggiotaggio informativo e distrazione di beni dal fallimento.

In più, ci sarebbe una vicenda che coinvolgerebbe ArcelorMittal: si parla di omesse dichiarazioni negli anni 2014-2015.

Reazioni all’accordo di Milano

L’accordo per l’ex Ilva ha lasciato sgomenti esponenti politici e sindacati. Infatti, ecco cosa hanno detto:

  • Alessandra Ermellino (M5S): “Credo pertanto che la soluzione addotta, che rappresenterebbe una gestione mista, divisa fra Stato e privato, possa rivelarsi nel medio termine uno sperpero di denaro pubblico, in quanto l’unico a trarne vantaggio è Mittal”.
  • Il Pd jonico: “Una brutta parentesi che rischia di finire anche peggio se verrà sottoscritto un accordo peggiorativo su tutti i fronti rispetto alle precedenti intese. Un modus operandi, lo ribadiamo a chiare lettere, che estromette il Sindaco di Taranto e l’intera città”.

I sindacati, invece, hanno manifestato il loro dissenso subito dopo la firma del contratto. Infatti, lo Stato dividerà le spese per la riconversione, ancora non chiara nei dettagli, mentre resta l’incertezza a livello occupazionale.

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