Martina Franca e Mottola: elettrodotto aereo non convince

MARTINA FRANCA – Forti le critiche da parte delle associazioni ambientaliste a Martina Franca e Mottola per quanto riguarda la provincia di Taranto. Infatti la struttura sta facendo non poco discutere per come è stata pensata. Attraverso un duro comunicato ci si chiede come mai non vi sia stato alcun progetto per interrarlo in modo da non deturpare l’ambiente.

Il comunicato delle associazioni su Martina Franca e Mottola

“Elettrodotto in alta tensione minaccia ambiente e paesaggio della Murgia dei Trulli: Perché non interrato?
La realizzazione di un elettrodotto aereo rischia di mettere a repentaglio il paesaggio, la natura e la sicurezza dei boschi tra Martina Franca, Noci, Mottola e Alberobello. Lo denunciano le associazioni ambientaliste, WWF Trulli e Gravine, Associazione Culturale Terra delle Gravine, Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti, Centro Studi de Romita, Circolo Legambiente Valle d’Itria, FAI Puglia, Gruppo Umanesimo della Pietra, Serapia, Terre del Mediterraneo, che hanno scoperto un progetto in fase di approvazione per la realizzazione di un elettrodotto che collegherà le stazioni primarie di Martina e Noci, che prevede la realizzazione di ben 43 tralicci alti 61 metri che attraverseranno i boschi, nonostante esista una alternativa più sicura, e meno impattante.”

Le associazioni scrivono al Ministero

Inoltre le proteste sono andate avanti anche sul versante ministeriale e politico, infatti le associazioni hanno ripetutamente scritto a ministero e Regione per cercare di risolvere in qualche modo la questione, come poi hanno riferito.

“Le associazioni hanno scritto al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Puglia e ai sindaci di Martina Franca, di Noci e di Alberobello, chiedendo loro di valutare una strada alternativa alla messa a repentaglio dei boschi, di quei beni paesaggistici peraltro tutelati dalla legge. La realizzazione dell’elettrodotto aereo andrebbe in deroga alla legge regionale PPTR che tutela la natura e il paesaggio, perché nonostante questa preveda la possibilità di costruire beni essenziali, obbliga a valutare progetti alternativi. In questo caso l’alternativa esiste ed è interrare i cavi lungo le strade provinciali e comunali.”

Chiesta la revisione del progetto

Il progetto va revisionato secondo le associazioni che peraltro chiedono anche un tracciato alternativo prendendo spunto da un cavo che è già fissato.

“Chiediamo solo che il progetto venga rivisitato prevedendo che l’intera opera venga realizzata in cavo. A tal proposito abbiamo già realizzato una proposta di possibile tracciato alternativo all’elettrodotto, da realizzarsi in cavo su viabilità preesistente” spiegano i rappresentanti delle Associazioni ambientaliste, “Tale tracciato presenta una lunghezza solo leggermente superiore a quella prevista per il tratto in elettrodotto, sviluppandosi per 15,5 km (rispetto ai 13,5 del previsto elettrodotto) lungo viabilità provinciale e secondaria preesistente, a partire dalla cabina primaria di Noci fino alla località Monte Ilario, dove si ricongiungerebbe con i 7,1 km in cavo già previsti”. La soluzione prevista dagli ambientalisti non solo non metterebbe a repentaglio l’ambiente e il paesaggio, fornendo l’opportunità all’azienda di rispettare la legge e i vincoli, ma anche garantendo una maggiore sicurezza dell’impianto, che non dovrà temere gli eventi climatici estremi che si verificano, purtroppo, sempre più spesso, anche a queste latitudini. “Le associazioni scriventi apprezzano molto lo sforzo profuso dal proponente Terna Rete Italia S.p.a. di ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico dell’intervento, prevedendo che parte dell’infrastruttura sia costruita in cavo lungo tracciati stradali preesistenti.”

In attesa di un riscontro

Infine sempre le associazioni comunicano di essere in attesa di un riscontro da parte di chi di dovere per venire a capo una volta e per tutte a questa faccenda. “Tuttavia ritengono che questa lodevole previsione sia insufficiente a garantire la compatibilità paesaggistica e naturalistica dell’opera, in quanto il territorio su cui è previsto il tratto aereo dell’opera è parimenti e perfino maggiormente pregevole sotto il profilo paesaggistico, naturalistico, storico-architettonico e archeologico” commentano gli ambientalisti, “Per quanto siano stati previsti monitoraggi ed eventuali opere di mitigazione e compensazione di impatto, si ritiene che l’unico modello in grado di abbattere totalmente i rischi di impatto sia quello del cavidotto lungo viabilità preesistente”. Le associazioni, che hanno presentato le osservazioni, attendono ora un riscontro da parte delle istituzioni.” Questo il termine del comunicato stampa.

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