Laterza: no dei geologi alle scorie radioattive in Puglia

LATERZA – L’ordine dei Geologi di Puglia “ritiene che non debbano esserci siti pugliesi in relazione agli aspetti escludenti legati alle caratteristiche geologiche, idrogeologiche, geomorfologiche e sismiche delle aree potenziali della nostra regione». «L’Org – si legge in una nota – partecipando al percorso della regione Puglia per definire le osservazioni ai siti proposti da Sogin, ha puntualmente evidenziato gli elementi di criticità che consigliano di escludere i siti pugliesi dalle aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale.”

Le criticità a Laterza per il deposito

Ci sono tantissime criticità che gli esperti hanno elencato all’interno del comunicato stampa, si va dal suolo, al terreno fino ad arrivare alla problematica legata alla morfologia perimetrale del territorio.

“Tra le criticità la: presenza di depositi permeabili per porosità sovrapposti a litotipi argillosi, impermeabili, che sostengono una falda superficiale a luoghi affiorante; la presenza di numerosi pozzi ad uso domestico e sorgenti; l’interferenza con reticoli idrografici; la morfologia perimetrale con pendenza elevata in terreni facilmente erodibili». «I pozzi attestati nella falda superficiale così come delle sorgenti – continua l’Ordine – è stata già documentata dall’Ordine ed inviata alla Sogin in seguito ai sopralluoghi eseguiti dai geologi ed effettuati per la presenza di protocolli d’intesa che l’Org ha stipulato con i comuni interessati dalle aree potenzialmente idonee.”

Non solo la geografia contro l’idea

Ci sono inoltre alcuni rami che riguardano fasce di competenza prettamente pluviale e i danni ancora presenti dovuti alle piene dei torrenti che purtroppo hanno anche causato ingenti perdite di vite umane.

“I siti pugliesi, inoltre, sono attraversati da alcuni rami del reticolo idrografico minore e pertanto nelle aree sono presenti diverse “fasce di pertinenza fluviale”, normate dalle Norme tecniche del Piano di assetto idrogeologico (Pai) dell’Autorità di Bacino poiché potenzialmente soggette ad una pericolosità idraulica che può variare da bassa, a media, ad alta. Occorre infatti ricordare che in alcune aree gli eventi eccezionali e le piene dei torrenti hanno provocato gravi danni e purtroppo perdite di vite umane. A tali elementi occorre poi aggiungere che spesso le aree presentano pendenze superiori al 20% con potenziali condizioni geomorfologiche di “equilibrio instabile”, aggravate dalla presenza di opere di sostegno in pietra a secco e all’assenza di opere antropiche.”

Gli studio dei geologi

Numerose quindi le analisi dell’Org che attraverso esperti qualificati e strumenti all’avanguardia ha portato avanti gli studi.

“L’Org quindi ha condotto, con la collaborazione di esperti qualificati, analisi ed approfondimenti sul rischio sismico dei territori di riferimento evidenziando sistemi di faglie che possono generare terremoti importanti con conseguenti amplificazioni sismiche incompatibili per la sicurezza di un deposito di rifiuti radioattivi. Si condividono, pertanto – concludono i geologi pugliesi -, le considerazioni della regione Puglia e del Parco nazionale dell’Alta Murgia in merito al necessario stralcio dei siti di Gravina in Puglia, Altamura e Laterza dall’eventuale presenza tra le aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale. I siti pugliesi sono in connessione con importanti aree naturali protette e con un percorso che includendo l’Alta Murgia la vede candidata ad entrare nel network dei Geoparchi dell’Unesco, percorso quest’ultimo che non merita in alcun modo di essere interrotto”. Così termina il comunicato.

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