Carcere di Taranto: il Sappe lancia l’allarme Covid

Casa Circondariale Carmelo Magli di Taranto

TARANTO – Il Sappe torna a denunciare le assurde condizioni di sicurezza sia fisica sia sanitaria in cui versano i poliziotti in servizio presso il Carcere di Taranto. All’interno del lungo comunicato la sigla sindacale chiede un intervento immediato per non far degenerare la situazione.

Il Sappe sul Carcere di Taranto

“Nonostante il Provveditore Regionale non sembri preoccuparsi troppo(continua a riempire il carcere come una scatola di sardine) non si arresta il contagio covid presso il penitenziario di Taranto tra i detenuti(47) e poliziotti (12) risultati positivi al covid. Il SAPPe sulla materia da tempo chiede screening per tutti (detenuti e poliziotti) ma inutilmente, forse perché non vogliono che possa venire a galla una situazione ben più grave. Eppure avere sotto controllo la circolazione del virus all’interno del penitenziario Tarantino dovrebbe essere un obbligo ed un dovere per ASL e amministrazione penitenziaria, al fine di evitare situazioni molto più pericolose e drammatiche che potrebbero svilupparsi.

Il problema degli asintomatici

“Cosa accadrebbe se per colpa di asintomatici non individuati si infettassero centinaia di persone all’interno del carcere? Come si potrebbe gestire una situazione simile? Vorremmo risposte concrete dal dirigente generale ASL e Provveditore regionale. Per mesi il SAPPE ha denunciato la mancata richiesta di green pass per familiari ed avvocati che entravano nel carcere per parlare con i detenuti e finalmente questa misura è arrivata!! ma perché non è stata emanata prima? Il SAPPE da tempo denuncia le gravi responsabilità dell’amministrazione nazionale e regionale che hanno abbandonato i poliziotti di Taranto in prima linea da soli e senza alcuna difesa, i quali nonostante coraggio e professionalità, non riescono a fronteggiare i detenuti ormai fuori controllo che, inscenano episodi di violenza che si susseguono con frequenza.”

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Poi “Minacce continue ai poliziotti con parole forti, ma anche con bastoni ricavati dai tavoli in legno rotti che dovevano servire per mangiare, vetri anti proiettili lesionati con le brande su cui dovrebbero dormire e tanta violenza e prepotenza. La cosa più preoccupante è che questi burocrati hanno aperto di forza il nuovo padiglione, mentre il personale promesso nei fatti si è dissolto tra pensionamenti, malattie e rientri di unità distaccate provvisoriamente da altre sedi, disinteressandosi delle conseguenze che ciò avrebbe provocato. Il SAPPE è molto preoccupato per quello che potrebbe accadere, per cui ha scritto al prefetto di Taranto per la seconda volta(si allega nota,)di intervenire anche commissariando il carcere di Taranto ormai allo sbando, e chi dovrebbe gestire la situazione non solo per quello che riguarda il penitenziario del capoluogo Jonico, ma anche gli altri penitenziari della regione da Foggia a Bari, da Lecce a Trani ecc.ecc.”

L’allarme sul futuro

Infine “Che lo Stato abbia alzato bandiera bianca nei confronti di una situazione carceraria pugliese diventata ingestibile, lo si desume dal fatto che negli ultimi 20 anni l’organico della polizia penitenziaria è stato ridotto di circa 600 poliziotti di cui 75 a Taranto, mentre nel contempo si sono tenuti i penitenziari della regione pieni di detenuti come non mai, con il sovraffollamento, Taranto in testa, tra i più alti della nazione. Il SAPPE si augura che ci sia presto un intervento forte da parte delle autorità di governo a partire del Ministro della Giustizia che si è molto esposta sulle problematiche carcerarie, poiché la situazione potrebbe degenerare in maniera drammatica(basta trascorrere una giornata all’interno del carcere di Taranto, Foggia, Bari ecc. ecc. per rendersi conto che l’inferno esiste), e non sarà possibile chiamarsi fuori da eventuali responsabilità.” Queste le parole allarmanti del sindacato che difende i dipendenti della Polizia Penitenziaria.