Caldo e nuove abitudini cambiano case e città

In totale si è registrata una riduzione del 3% del consumo di elettricità nei paesi dell’Unione Europea nel primo trimestre dell’anno e un forte calo della domanda di gas nel settore industriale; una delle conseguenze principali è che la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili si è fatta più forte in questi primi mesi del 2020, con un calo del 30% della produzione di carbone e un’impennata della produzione di energie rinnovabili che raggiungono il 40% della produzione energetica. Insomma, ci sono diversi scenari nel campo dell’energia.

Cosa cambia in casa con le nuove abitudini lavorative

Non solo a livello macro, anche in casa sono cambiate le abitudini energetiche. La quarantena e le restrizioni hanno fatto sì che molte persone riadattassero il proprio lavoro in modalità smart working, con la conseguenza di dover riorganizzare al meglio le proprie abitudini e i propri spazi per creare una situazione ideale di produttività e comfort. Persino a livello energetico bisogna ripensare le proprie necessità: le nuove modalità lavorative aprono differenti scenari. Trovare un’offerta del gas in linea con le nuove abitudini, come la proposta di Acea, ad esempio, potrebbe essere un passo necessario già al ritorno dalle ferie.

È importante poi definire l’organizzazione del proprio spazio di lavoro, cercando di ricreare una postazione simile a quella presente in ufficio. Meglio separarla da quella personale, in modo da tenere distinti i due piani, pur lavorando nella propria abitazione e da non essere infastiditi o infastidire i propri conviventi. Così come lo spazio, va organizzato anche il tempo, dividendo a dovere i momenti dedicati al lavoro da quelli invece dedicati allo svago. Smart working poi vuol dire anche sfruttare a dovere la tecnologia, ricorrendo a videoconferenze per comunicare con i colleghi e datori di lavoro e magari utilizzando app e software per condividere il proprio lavoro rimanendo comodamente seduti a casa.

Il cambiamento in città

Non solo la vita privata, anche gli spazi cittadini saranno investiti dal cambiamento nella loro distribuzione. Il verde dovrà diventare una priorità nei centri urbani, più di quanto non sia stato finora, creando spazi collettivi che non prevedano la concentrazione delle persone in modo da rispettare il distanziamento sociale.

L’architettura cittadina dovrà privilegiare il decentramento piuttosto che la concentrazione, favorendo una minore densità abitativa ed espandendosi invece nello spazio pur rispettando le aree naturali circostanti. Soluzioni da proiettare anche sull’energia, creando magari sistemi di autosufficienza energetica nei diversi quartieri per far sì che non si produca più di quanto non si consumi e per favorire anche la riduzione dei gas serra.

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