Il Caffè fa bene o male: nuovo studio sul rischio dell’irrigidimento dei vasi sanguigni

SALUTE E BENESSERE – Cosa c’è di meglio di un bel caffè forte, appena svegli, per cominciare la giornata con una carica in più? C’è chi lo beve anche dopo pranzo e persino la sera, e la domanda che ci si pone è se faccia male assumerne una certa quantità, oppure no. La verità è che, a meno di non soffrire di ipertensione o altre patologie particolari, il consumo moderato di caffè comporta persino dei benefici.

L’Università londinese Queen Mary scongiura il rischio per le arterie, sostenendo che l’irrigidimento dei vasi sanguigni conseguente al suo consumo è del tutto privo di fondamento; l’organizzazione no profit inglese ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee), invece, indica nei polifenoli antiossidanti contenuti nel caffè degli alleati preziosi contro il rischio di malattie cardiovascolari, inclusi infarto e ictus. La diminuzione di tali patologie si assesterebbe addirittura intorno al 15% in meno.

La ricercatrice australiana Elina Hyppönen, però si raccomanda sulla quantità di caffeina da assumere che non dovrebbe mai superare le sei tazzine di espresso al giorno. Tale dato è indicativo e si applica in linea generale: ogni organismo, infatti, ha reazioni diverse al caffè e bisognerebbe imparare a riconoscerle e a diminuirne il consumo se necessario, specie se c’è una gravidanza in atto o si soffre di pressione alta. Oltre al principio attivo principale, la caffeina, per l’appunto, possiamo trovare infatti anche tracce di acrilammide, innocuo a basse quantità ma persino cancerogeno se assunto in dosi massicce.

POTREBBE INTERESSARTI
Cambia impostazioni privacy