La leggenda dell’aùre, una storia antica da conoscere

TARANTO –  A la leggenda dell’aùre in genere è stato sempre associato qualcosa di misterioso, di macabro addirittura. Infatti, in uno dei vocabolari del dialetto tarantino del 1872, alla voce “auro” il significato corrispondente è fare paura ai bambini.

Ma chi è aùre? Anticamente vi era la credenza che l’aùre (o aùro), fosse uno spirito che abitava nelle case e che si rendeva visibile in diversi modi curiosi, che rendevano la sua permanenza piacevole o sgradevole. Era d’uso credere che si presentasse sotto forme umane o animali e all’alba.

La eggenda dell’aùre cosa narra

Tuttavia, qualcuno di recente ha scoperto qualcos’altro sulla leggenda dell’aùre: infatti, pare che questo curioso personaggio nei confronti della famiglia potesse avere anche un comportamento generoso e benevolo, non maligno come molti pensavano. La leggenda narra che quando l’aùre si mostrava benevolo lo faceva in modi diversi: ad esempio, permetteva ai cari di ritrovare monete o anche oggetti smarriti.

Invece, quando si mostrava sgradevole il suo atteggiamento era consono a come si sentiva, e quindi magari le cose sparivano e non si trovavano più. Un detto antico diceva “se l’ha pigghiate aùre quando qualcosa non si trovava in casa.

Da dove viene il nome aùre

Alcune ipotesi sono state fatte sull’origine del nome. Pare che il termine potrebbe derivare dal latino “augurio”, che presso i Romani significava “Divinazione del futuro, che poi indicò “indizio, presagio”. Il termine “aùrio” però non esiste nel dizionario italiano con il significato di augurio. Dunque, dobbiamo fidarci di come è stato interpretato finora. E’ chiaro che comunque si tratta di credenze e non bisogna prendere alla lettera dei detti popolari che non hanno alcun fondamento!

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