Crowdfunding immobiliare: come funziona e rischi

Se volessi investire in un immobile, ma non hai fondi sufficienti, forse avrai sentito parlare di crowdfunding immobiliare. Un tempo si diceva che investire sul mattone fosse sicuro, ed effettivamente lo era (e lo è tuttora). Tenere i soldi al riparo dalla loro svalutazione è un mantra da seguire ogni giorno e in ogni tempo: tenendoli parcheggiati in un conto corrente, si andrà solo a perdere (tra imposte di bollo, commissioni, inflazione e quant’altro), quindi meglio investire. Diversificando, naturalmente. Ma come? Bene, una parte della somma che stai per investire puoi devolverla al crowdfunding immobiliare. È come investire sul mattone, ma invece che avere un bene di tua proprietà, avrai una o più porzioni di beni immobili di tua proprietà, in grado di generarti un guadagno, la cui entità dipende da vari fattori.

Crowdfunding immobiliare: di cosa stiamo parlando?

Il crowdfunding immobiliare può rappresentare una buona soluzione per investire su un immobile (o meglio, parte di esso) e vedere un guadagno. Precisiamolo subito: in questa forma di investimento non sei solo. Come nelle classiche campagne di crowdfunding fai parte di una folla più ampia di sovvenzionatori e come loro avrai diritto a un beneficio, piccolo o grande che sia. Il rischio, così come il beneficio, sarà dunque condiviso con gli altri. Infatti, tramite questa forma di investimento, dunque, potrai fungere da prestatore di denaro, diventare socio di un fondo e quindi co-investitore insieme ad altre persone che hanno deciso di investire su uno o più progetti immobiliari, che sia di riqualificazione, ristrutturazione o progettazione da zero.

Altra cosa che devi tenere a mente è che stiamo parlando di un investimento passivo: quindi non diventerai unico proprietario di un immobile, non dovrai occuparti degli adempimenti burocratici, né di pagare eventuali tasse sulla proprietà. Sulla tassazione ne parleremo in un capitolo a parte, ma adesso cerchiamo di capire come funziona il crowdfunding immobiliare e come si guadagna.

Crowdfunding immobiliare come funziona

Questa forma di investimento è fruibile tramite diverse piattaforme online (ce ne sono diverse e sono in aumento), italiane (ce ne sono anche alcune del Sud Italia) o straniere. Si parte da una raccolta fondi iniziale che viene promossa da una società, solitamente, o da un privato che ha intenzione di investire su un progetto immobiliare: quest’ultimo può riguardare la ristrutturazione di un edificio, ma anche la progettazione e creazione di una nuova casa o condominio o altra struttura. Invece di fare tutto da solo, il promotore del progetto chiama a raccolta tutti i diretti interessati che abbiano voglia di investire una qualche somma sul suo progetto, in modo tale che diventi, chi più chi meno, anche il loro progetto.

A tal proposito, veniamo all’informazione più interessante: come guadagnare con crowdfunding immobiliare? Tutto dipende da alcuni parametri, che possono riguardare la durata dell’investimento, le eventuali commissioni da lasciare al portale su cui è presentato il progetto, la quantità di denaro investita e infine la tassazione sui rendimenti ottenuti. A ogni modo si guadagna con gli interessi che maturano nel tempo e che generalmente partono da un 5-6% arrivando fino al 18%.

Crowdfunding rischi: quali sono

Investire nel crowdfunding, quali sono i rischi? Se tu sei l’autore del progetto immobiliare, il rischio maggiore è quello di non trovare investitori a sufficienza per finanziare il tuo progetto, con il risultato che tutto si concluda con un nulla di fatto.

Se sei il co-investitore i rischi ci sono, come per ogni forma di investimento, ma possono essere minimi. Tra quelli più comuni spunta la perdita di valore dell’immobile, che può avvenire anche una volta che l’obiettivo è stato raggiunto e la proprietà in via di realizzazione o realizzata e spesso è determinata da un evento esterno, che può essere un cigno nero, una crisi, una calamità naturale. Non dimenticare anche i classici rischi che si possono riscontrare in questo settore, come rallentamenti nei lavori o altri fattori che possono determinare la perdita di valore dell’immobile o allungare le tempistiche.

L’altro aspetto da considerare e che può influire sull’importo da versare è il fatto che quei soldi investiti si rivedranno solo se il lavoro sarà finito o alla fine della campagna. In entrambi i casi non si potrà riavere indietro la somma prima del tempo, a meno che non si trovi un valido sostituto che investi la nostra stessa somma. Quindi, ciò può diventare un problema soprattutto nel caso in cui ti ritrovi in una condizione di bisogno e hai necessità di riavere indietro quei soldi investiti.

Come abbiamo scritto in precedenza si tratta di un investimento passivo, in cui la tua libertà si limita semplicemente nell’erogazione di risorse in un progetto in cui credi, ma in cui non potrai mai mettere bocca, perché pur co-finanziandolo, non avrai potere decisionale e pertanto dovrai sottostare alle scelte, giuste o sbagliate che siano, dell’ideatore originario del progetto.

Sotto questo aspetto, se hai paura di perdere tempo e soldi, potresti investire su progetti già esistenti in attesa di ristrutturazione o riqualificazione, preferendoli dunque ai progetti che partono da 0. In questo modo avresti una base e delle maggiori certezze su cui puntare: una volta scelta la piattaforma in cui iscriverti come co-founder, il consiglio è quello di dare un’occhiata ai progetti già realizzati su quella stessa piattaforma, per capire cosa funziona meglio e dove può essere più redditizio. Infine, visto che non esistono leggi universali, ricorda che fare delle considerazioni personali sui progetti di tuo interesse sarà l’elemento che spingerà di più sulla tua decisione finale.

Crowdfunding immobiliare tassazione

Le tasse da pagare sui rendimenti immobiliari ammontano al 26%: i guadagni generati dall’investimento si dichiarato tramite modello 730, modello Redditi PF o Modello IRES (in caso di società giuridiche). In quest’ultimo caso, tuttavia, i redditi saranno considerati come finanziari, pertanto parteciperanno parzialmente al reddito d’impresa disponibile. Resta il fatto che l’operazione è esente Iva, ma la tassazione sarà configurata in maniera differente.

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