Le Chiancaredde o orecchiette tarantine

Dette anche orecchiette tarantine, le chiancaredde sono un tipo di pasta fatta in casa tipica della città di Taranto. Questa pasta è il risultato di un impasto di acqua e farina la cui tradizione affonda in tempi lontani: si preparano stendendo la farina sulla spianatoia e impastandola con l’acqua, poi con il mattarello si stende il composto ottenuto e si taglia in strisce sottili.

La loro tipica forma concava è data dal movimento veloce del pollice, che le nonne sanno eseguire molto bene. Ottime da preparare con il sugo di pomodoro fresco e l’aggiunta di basilico, sono una vera delizia e chi vuole può completare la ricetta con del formaggio come il cacioricotta, pecorino o parmigiano per esaltarne il sapore. Ottime anche con le cime di rapa, le chiancaredde hanno davvero un gusto e un sapore sublimi.

Storia delle chiancaredde

La storia delle chiancaredde risale verso la fine del ‘500. E’ stato ritrovato, negli archivi della chiesa di San Nicola di Bari, un documento in cui si diceva che un padre donava il panificio alla figlia. Nel documento era scritto che la cosa più importante lasciata in dote era l’abilità della figlia nella capacità di preparare le chiancaredde. In passato era d’uso ritenere che questa pasta avesse dei poteri divinatori in quanto erano in grado di prevedere il sesso del nascituro.

La ragazza che ereditò divenne poi madre e pare fosse solita mettere nell’acqua bollente una recchietedde ed un pezzo di maccherone grosso detto zito. Quando bollivano, andavano su e giù nella pentola: se la donna vedeva salire a galla prima la chiancaredde il nascituro sarebbe nata una femmina, mentre se vedeva salire lo zito, allora sarebbe stato un maschio. Inoltre, secondo la tradizione le chiancaredde si preparano con la semplice semola di grano duro e non con quella rimacinata che si usa per le focacce. Con lo stesso impasto vengono realizzati anche dei maccheroni di forma stretta e lunga.

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