Anniversario strage di Capaci. L’Italia ricorda le vittime

ITALIA – Sono trascorsi 27 anni da quel 23 maggio 1992 quando sull’autostrada Palermo-Capaci un esplosivo fece saltare in aria l’auto dove viaggiava il giudice Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.

Sono state condannate più di venti persone, per questo terribile reato, ma sull’attentano restano diversi interrogativi. Uno fra tutti ci si domanda perché Riina abbia agito a Palermo e non Roma, dove il giudice girava senza scorta.

La strage di Capaci ha lasciato un segno indelebile nella vita degli italiani e oggi in occasione della ricorrenza, in molte città, per lasciare sempre vivo il ricordo di coloro che hanno dato il massimo impegno per il bene del Paese, si sono tenuti cortei, manifestazioni e celebrazioni.

Anche la Puglia oggi ha voluto ricordare, e a Bari, nei pressi di Largo 2 Giugno è stata intitolata una via a Francesca Morvillo. Alla cerimonia, il sindaco Decaro ha posto una corona d’alloro in via Falcone e Borsellino.

Il sindaco ha voluto ricordare la figura di Francesca Morvillo che ha perso la vita perché si trovava accanto al marito con cui condivideva gli stessi ideali. A questa grande donna è stata concessa la medaglia d’oro al valore civile.

Sono stati ricordati anche gli uomini della scorta che hanno perso la vita nella strage: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Mai nessuno potrà dimenticare questo disumano attentato che ha strappato il futuro a molte persone lacerando per sempre le speranze.

Il giudice Falcone, giunto all’ospedale civico di Palermo, venne dichiarato clinicamente morto. Morì la moglie anche lei magistrato e i tre poliziotti della scorta.

In tutto ci furono 23 feriti fra cui l’autista giudiziario Giuseppe Costanza e gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello. Poi i tre uomini della scorta, con il più giovane, Vito Schifani che aveva solo 27 anni e lasciò una moglie di 24 anni e un figlio di soli quattro mesi.

Il dolore lasciato a causa di questo attentato è troppo forte e deve riecheggiare come un grido nelle coscienze dei responsabili.

Oggi il Premier Conte si è recato Palermo e ha deposto una corona d’alloro presso la stele sul luogo dell’attentato, poi ha partecipato alla cerimonia nell’aula bunker del carcere Ucciardone.

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