Divorzio costoso per uno sceicco di Dubai, 635 milioni di euro alla moglie

Lo sceicco che dovrà affrontare un divorzio costoso è il 72enne Mohammed bin Rashid Al Maktoum, che vive negli Emirati Arabi. L’uomo non è rimasto indifferente di fronte alla notizia. Nonostante la sua ricchezza per lui è stata una batosta non da poco. Un giudice di Londra ha stabilito che la principessa Haya dovrà ricevere dal marito più di 500 milioni di sterline, quindi 635 milioni di euro. La principessa Haya, sorella del re di Giordania ottiene così un ricco mantenimento per sé e per i suoi due figli minori.

Divorzio costoso per lo sceicco ritenuto un pericolo

Lo sceicco vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, dovrà affrontare un divorzio costoso perchè è stato riconosciuto dai giudici dell’Alta Corte di Londra come “il maggior pericolo” per i figli di sette e nove anni ed anche per l’ex-moglie. Gli elementi della sentenza che hanno permesso di dare ragione alla principessa Haya, figlia del re Hussein di Giordania, sono tanti. Il primo elemento è la fuga nel 2019 in Gran Bretagna insieme ai due figli avuti dallo sceicco. La principessa disse di essere scappata per paura, temeva per la loro sorte.

Ecco a cosa serviranno i 635 milioni di euro

Secondo l’Alta Corte lo sceicco Mohammed aveva organizzato il rapimento di altre due figlie, ovvero la principessa Latifa e la principessa Shamsa sottoponendo la principessa Haya ad una campagna di “intimidazione”. Sono stati inoltre intercettati i telefoni di Haya e dei suoi collaboratori mediante il sistema di spionaggio elettronico Pegasus giungendo alla conclusione che la principessa e i figli sono “particolarmente vulnerabili” ed hanno bisogno di essere tutelati. 250 milioni di sterline saranno necessari per il mantenimento delle spese della sicurezza, 290 milioni di sterline per il mantenimento dei figli e di tutte le proprietà tra cui una residenza da 100 milioni di sterline nei pressi di Kensington Palace ed una villa da 4 milioni e mezzo di sterline vicino a Windsor.

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