Il Buco nero fotografato per la prima volta

I progressi della scienza portano a risultati inimmaginabili, come quello di poter fotografare un buco nero posto anni luce distante dalla terra e mostrarlo al mondo intero. Oggi, scienziati e gente comune ne stanno parlando.

Il Progetto Event Horizon Telscope ha offerto al mondo la possibilità di vedere da vicino di cosa si tratta. L’istantanea è il risultato della combinazione dei dati raccolti da otto telescopi che sono stati in grado di catturare il buco nero situato al centro della galassia M87, a circa 53 milioni di anni luce dalla Terra.

Cosa sono i buchi neri?

Si tratta di una regione dello spazio-tempo da cui niente può sfuggire, grazie a una forte forza di gravità di cui i buchi neri sono caratterizzati. Non sono vuoti come si potrebbe immaginare, ma contengono una quantità di materia la cui densità da vita alla forza gravitazionale.

Secondo le conoscenze scientifiche attuali, la formazione avverrebbe in seguito al collasso gravitazionale di stelle particolarmente massicce.

Di buchi neri ve ne sono quattro tipi sparsi nell’universo: vi è il micro buco nero, il buco nero stellare, quello di massa intermedia e il supermassiccio o supermassivo, come quello che osserviamo nella foto e che si trova al centro della galassia M87.

Si ritiene che questo ultimo genere di buchi neri sia presente anche nella Via Lattea.

Quando si parla di buco nero viene citato il termine “velocità di fuga” che non è altro che la velocità minima che un oggetto situato a una certa distanza deve avere, per non essere catturato dal campo gravitazionale.

Il risultato dipende dalla massa e dal raggio del corpo celeste in fuga. La velocità di fuga è proporzionale al campo gravitazionale, quindi con l’aumentare di uno, aumenta anche l’altro.

L’argomento scientifico non è facile come possiamo credere. Il direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte, Luciano Rezzolla, ritiene che l’orizzonte degli eventi è un aspetto del buco nero che “assorbe tutta la luce”.

Si tratta di una superficie immaginaria dove la velocità della luce e quella di fuga sarebbero uguali in ogni punto.
Questo concetto, alquanto complesso, fu affrontato da Einstein nello studio della teoria della relatività. Riteneva che qualunque cosa accada all’interno di questa regione risulta invisibile all’occhio di chi osserva.

Ogni raggio di luce che passa in prossimità dell’orizzonte degli eventi viene “piegato” per effetto della forza di gravità del buco nero e poi prosegue. Per questo motivo, la rete di telescopi EHT è stata in grado di osservare l’ombra di un buco nero, o meglio la porzione dove la luce è assente.

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