Influenza aviaria in Cina, boom di contagi, si teme pandemia

La preoccupazione per l’influenza aviaria in Cina sta destando preoccupazioni in tutto il mondo. Il numero di contagi che sta aumentando desta allarme un po’ ovunque, soprattutto da quando si è diffusa la notizia che il ceppo è cambiato e che per gli esseri umani potrebbe risultare contagioso. Da parte degli esperti c’è un po’ di timore su quanto sta accadendo, e ancora il fenomeno non si è placato, tanto da fare paura nel mondo intero, che teme possa trattarsi di un’altra pandemia. All’Organizzazione mondiale della sanità è giunta nel frattempo una comunicazione da Pechino in cui segnala che nel paese le persone contagiate con il sottotipo H5N6 dell’influenza aviaria sono 21.

Il mondo preoccupato per l’influenza aviaria in Cina

Lo scorso anno in Cina ci sono stati appena 5 contagi a causa dell’influenza aviaria, mentre quest’anno le infezioni sono invece aumentate e la malattia si presenta in forma grave. Nell’ultimo periodo sono morte anche sei persone, il che ovviamente desta ancora più preoccupazione. Thijs Kuiken, professore di patologia comparata a Rotterdam, ha detto che quest’anno questa malattia in Cina è molto preoccupante e ha anche aggiunto che il virus ha una mortalità piuttosto alta. Da parte sua l’Oms ha fatto sapere che quasi tutti i casi segnalati hanno contratto l’infezione dopo che sono stati a contatto con il pollame.

La paura è che possa scoppiare un’altra pandemia

Sulla trasmissione uomo a uomo dell’influenza aviaria in Cina l’Oms ha confermato che non ci sono casi accertati che possano dimostrare sia avvenuta. Ad ogni modo, sono in corso delle indagini urgenti per capire quale rischio si può correre e cosa può generare una ricaduta dei contagi sulle persone. Inoltre, è stato sottolineato che la Cina è il più grande produttore di pollame al mondo, e lo è anche di anatre, serbatoio preferenziale per i virus influenzali. In realtà, questi virus in casi molto rari contagiano le persone, tuttavia a destare paura è la loro evoluzione. Il timore che possa scoppiare un’altra pandemia è dietro l’angolo.

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