Naufragio imbarcazioni libiche, morte 74 persone

Questa volta il naufragio ha coinvolto 120 persone che si trovavano a bordo di un’imbarcazione precaria. Tra loro donne e bambini di diversa età. Sono sopravvissute soltanto 47 persone e sono state salvate dalla guardia costiera Libica e dai pescatori.

I corpi recuperati sono stati 31, adesso si prosegue con la ricerca in quanto sono disperse molte altre vittime. Negli ultimi due giorni sono morte 19 persone, tra cui 2 bambini, a causa del rovesciamento delle barche sulle quali si trovavano.

L’open Arms, unica nave ong che si trova in questo periodo nel Mediterraneo centrale, è riuscita a salvare più di 200 persone in tre operazioni diverse.

Naufragio e morte nel Mediterraneo, le tragedie sembrano inarrestabili

Naufragio conferma che è in atto una fase di allarme mondiale che preoccupa tutti ed alla quale nessuno riesce a trovare soluzione. La situazione è totalmente sotto controllo, bisogna cambiare qualcosa partendo proprio dai rapporti con la Libia, con il Mediterraneo.

I porti libici sono poco sicuri, i primi interventi andrebbero fatti proprio lì. Troppo spesso, povere famiglie si trovano ad essere protagoniste di eventi tragici come questo. I dati sono allarmanti perchè ancora oggi nel 2020 migliaia di uomini, donne e bambini continuano a pagare viaggi pericolosissimi sia in mare che sulla terraferma.

Si sceglie di tentare la fortuna per raggiungere le coste europee, senza alcuna certezza.

Oim richiede intervento rapido e sicuro dell’Unione Europea

I dati confermano che la maggior parte di queste persone invece trovano morte in mare aperto. Tratta, sfruttamento e molto altro, impossibile fermarli presso i porti libici ma non in mare aperto.

Eppure coloro che potrebbero agire in mare devono rispettare le restrizioni. L’Oim interviene nella questione e richiede all’Unione Europea una rapida presa di posizione che possa permettere interventi immediati nel disperato tentativo di salvare vite umane.

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