Naufragio a Sfax, muoiono 15 tunisini

Un naufragio, quello di Sfax, avvenuto davanti al silenzio di tutti ha scatenato l’ira delle famiglie di questi ragazzi. Si tratta di circa una quindicina di giovani di origine tunisina che cercavano di scappare dalle miserie del loro Paese, ma purtroppo lo scorso 15 giugno hanno trovato la morte in mare. Erano almeno 56 i ragazzi a bordo della barca, che cercavano di andare verso un destino migliore. Poi è successo il peggio. Il viaggio in mare ha provocato la morte di 15 giovani vite, tutte di origine tunisina.

Il naufragio e la perdita di giovani vite

Le famiglie dei giovani morti in mare sono tutte arrabbiate per quanto sta accadendo. In questo momento è uno strazio vedere quello che è successo. Dopo il naufragio è stato necessario ripescare in mare i cadaveri di queste persone che si direzionavano verso prospettive migliori di vita. Insieme ai ragazzi tunisini, c’erano anche altri giovani provenienti dai Paesi sub sahariani. Per la morte di 15 tunisini le famiglie sono particolarmente arrabbiate con lo stato in quanto se i ragazzi sono stati costretti ad andare via, la colpa è del governo e delle particolari di situazioni economico-finanziarie che vi sono in quel territorio.

La rabbia delle famiglie

La perdita di giovani vite nel naufragio non poteva non causare tanto dolore alle loro famiglie. La barca con a bordo 56 ragazzi è naufragata di fronte alle coste tunisine. I giovani che hanno perso la vita provenivano da città che erano state protagoniste della Primavera araba come ad esempio, Kasserine, Sidi Bouzid. Chi era presente ha raccontato della Guardia Costiera ha potuto fare molto poco per salvare queste vite e poi c’è stato lo strazio di deve ripescare i cadaveri in mare. Una scena a cui nessuno avrebbe dovuto mai assistere.

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