Nuove tecnologie per frenare il terrorismo online

PARIGI – In occasione dell'”Appello di Christchurch” contro la violenza online, è avvenuto all’Eliseo un incontro tra il Presidente Macron, la premier neozelandese e altri capi di Stato e di Governo.

In questa occasione è stato preso un impegno dai rappresentanti politici e industriali, per mettere un freno all’uso dei siti e dei social da parte di estremisti violenti e terroristi.

Gli Usa non hanno aderito e la Casa Bianca ha specificato che tengono al rispetto della libertà di espressione e di stampa.

Sono Amazon, Facebook, Google, Microsoft e Twitter, i colossi tech che hanno sottoscritto un piano, avente l’obiettivo di bandire tutti coloro che diffondono sentimenti di odio e di morte.

Si ricorda il 15 marzo, quando durante la strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, un terrorista australiano mostrò la carneficina in diretta.

Entrò in due moschee e uccise 51 persone e tutto fu mandato in diretta su Facebook per 17 minuti. Naturalmente il video fece il giro del mondo e non si riuscì a fare nulla per poterlo fermare.

Proprio per questo motivo, le cinque compagnie si associano perché sentono la responsabilità di dover dire basta all’odio che porta alla violenza.

A tale fine, si impegnano a investire in nuove tecnologie che riescano ad arginare, individuare e bloccare la diffusione di video che influenzano negativamente i giovani, abituandoli a scene cruente.

Vogliono fare in modo che gli utenti possano bloccare loro stessi quei video immediatamente, prima che siano divulgati a milioni di utenti in tutto il mondo e di ogni età.

Oggi è ciò che accade e i giovani sono abituati a guardare video con scene cruenti e in questo modo, perdono il senso del limite e diventano violenti, mettendo a rischio anche la loro stessa sicurezza, quella dei loro coetanei e anche della stessa famiglia.

L’impegno che i big americani stanno prendendo rafforzeranno la partnership tra governi, società e l’industria tecnologica che assieme potranno arginare questa minaccia.

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