Una ricercatrice italiana apre la strada verso la diagnosi ultraprecoce del cancro

ITALIA – Una vita piena di impegni, ma soprattutto di grandi soddisfazioni, come donna e come ricercatrice. Natalia Malara ha fatto uno studio rivoluzionario, essendo riuscita a diagnosticare precocemente il cancro su dei soggetti clinicamente sani.

L’oncologa italiana si divide tra casa, figli, marito e lavoro di ricercatrice presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro, insomma una vita frenetica.

La ricerca avviata dal 2009 dall’oncologa messinese, è stata pubblicata su Nature Precision Oncology. L’università di Catanzaro, retta da Giovanbattista De Sarro, possiede un laboratorio di nanotecnologia, il BioNem.

Ricercatori di tutto il mondo coinvolti nella ricerca.

Nello studio della ricercatrice, sono stati coinvolti altri ricercatori provenienti dall’Università di Napoli, di Parma, ma anche di Vienna. Ha preso parte al gruppo di ricerca anche il professor Enzo Di Fabrizio dell’Università Kaust dell’Arabia Saudita.

Per svolgere lo studio, sono stati presi a campione 36 volontari, malati di tumore, ma anche alcuni soggetti clinicamente sani, ma su cui è stato possibile individuare i cosiddetti “intermedi”, cioè coloro che poi avrebbero sviluppato una patologia tumorale nel giro di un paio di anni.

Natalia Malara racconta al Corriere:”Abbiamo aperto una finestra sulla fase pretumorale, individuando il momento in cui, potenzialmente, è possibile la reversibilità del tumore“.

Studiato il caso di un 17enne affetto da lesione mesencefalica.

La scoperta è stata fatta dopo aver studiato il caso di un ragazzo di 17 anni affetto da una lesione mesencefalica. Occorreva sottoporlo a una biopsia invasiva per scoprire la natura del cancro. Bisognava pungere una zona del cranio ricca di centri nervosi, quindi molto a rischio.

L’oncologa ha proposto di fare un esame al sangue in una maniera nuova. Da un campione di sangue, sono state prelevate le cellule tumorali e messe in coltura per 14 giorni. Il Professor Giuseppe Viglietto, che dirige il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, ha appoggiato l’iniziativa.

Lo studio dell’oncologa italiana Natalia Malara si è soffermato su un problema oggi molto attuale e che interessa sempre più molte famiglie italiane.

La ricercatrice, si divide tra Università dove continua la ricerca e casa, dove l’attendono cinque figlie che ha cresciuto amorevolmente, facendo sentire l’amore della famiglia, preparando lei stessa il pranzo e il pane fatto in casa.

Una donna piena di risorse, che fin dalla tenera età ha dimostrato un temperamento forte e notevoli capacità intellettive. Basti pensare che ha iniziato precocemente la scuola a 4 anni e l’Università a 16 anni e mezzo.

Gli obiettivi futuri dell’oncologa italiana?

Oltre a quelli di veder crescere le sue figlie, continuare a fare ricerca per confermare i risultati. Dichiara che l’orizzonte è: “Personalizzare la medicina preventiva, potendo indirizzare i pazienti a rischio verso terapie antiossidanti, e non solo, che possano invertire la progressione del tumore”.

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