Alessandro Marescotti di Pacelink: serve l’ecoriconversione a Taranto

TARANTO – La valutazione sull’impatto ambientale e sanitario del VIIAS è stata pubblicata nell’ultimo numero di Prevenzione ed Epimediologia. Secondo lo studio anche con la produzione ai livelli attuali, ossia pari a 4,7 milioni di tonnellate all’anno, l’impatto sanitario non è accettabile, sopratutto nel quartiere Tamburi. Ma quali possono essere le soluzioni per Taranto, per l’Ilva e l’ambiente?

Secondo Marescotti, non si può parlare di nazionalizzazione dello stabilimento, in quanto al momento la fabbrica è in perdita di due milioni d’euro al giorno, e lo Stato non può intervenire per risanare i debiti, in quanto ciò è vietato dal Trattato di Funzionamento dell’UE. Per quanto riguarda le prospettive di mercato per l’acciaio, sono al quanto negativo, e l’Ilva è destinata a continuare l’accumulo di importanti perdite finanziarie sino a quando non sfrutterà le potenzialità dell’impianto.

Infatti, se l’impianto non lavora a regime i costi fissi sono eccessivi, al contempo producendo al massimo si rischia la sovrapproduzione oltre che un impatto ambientale sempre più negativo. Secondo Marescotti, lo Stato dovrebbe intervenire sulla città in tema di euroconversione, in quanto esistono i fondi europei per fare quest’operazione. Il problema però è l’organizzazione del programma che dovrebbe essere studiato sul lungo periodo.

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