Legambiente Taranto chiede 5 priorità al Comune

TARANTO – Arriva il commento di Legambiente Taranto sulla classifica Ecosistema Urbano 2021 che vede la città ionica nettamente in ascesa. L’associazione ambientalista coglie l’occasione per chiedere alla giunta comunale 5 priorità da affrontare subito. Ecco le parole di Franco Lunetta che ricopre la carica di presidente.

“Siamo contenti per il miglioramento di diversi indicatori dello stato dell’ecosistema urbano della nostra città: a volte si tratta solo di piccoli passi in avanti; a volte di un progresso più consistente, ma sono complessivamente il segno di un cambiamento in atto positivo; che va rafforzato ponendosi obiettivi ambiziosi anche a breve termine e perseguendo con tenacia il loro raggiungimento. L’esperienza di altre città del Sud, come Cosenza, ci dice che è una sfida che è possibile vincere”. Questo il commento a caldo di Franco Lunetta.

Legambiente Taranto e i 5 punti

“All’Amministrazione Comunale indichiamo cinque priorità che attengono temi e proposte per cui ci battiamo da anni:
1) Adozione della raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la città e di rilevanti correttivi per i quartieri in cui è già in atto per migliorare i risultati conseguiti, che non sono soddisfacenti: abbiamo già avanzato, in merito, proposte precise.
2) Incremento degli alberi e del verde disponibile in area urbana lavorando nel solco della nostre proposte di mettere a dimora duecentomila alberi entro il 2025 e di un Piano Strategico Verde per Taranto che definisca una chiara idea di gestione per evitare il rischio di un successivo progressivo degrado.
3) Estensione significativa delle Isole pedonali, in particolare nel Borgo, in Città Vecchia e nelle aree a maggiore densità commerciale collocate in altri quartieri cittadini.
4) Sviluppo della ciclabilità, a partire dalle piste ciclabili, ma anche dalle rastrelliere nelle scuole, negli edifici pubblici, nelle piazze, che darebbero un valido supporto allo sviluppo della mobilità dolce.
5) Istallazione di impianti solari pubblici, ancora pochissimi rispetto alle necessità imposte da una transizione ecologica cui non possiamo sottrarci”

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“Per noi è importante poi ribadire che il dato della qualità dell’aria; ottenuto in corrispondenza con i livelli di produzione di acciaio più bassi che si ricordino per lo stabilimento siderurgico tarantino; pari nel 2020 a circa 3,5 milioni di tonnellate annue, non può lasciare tranquilli. Siamo estremamente preoccupati per quello che potrà avvenire in seguito ad un incremento della produzione ottenuto dall’utilizzo degli attuali impianti, con le cokerie che, peraltro, ancora attendono la piena attuazione degli interventi previsti dalla Autorizzazione Integrata Ambientale”

Decarbonizzazione va completata

“Torniamo a chiedere il rapido avvio di un processo di decarbonizzazione dell’ex Ilva che porti in tempi ragionevoli alla fine del ciclo integrale basato sul carbone e preveda da subito, insieme a forni elettrici, l’inizio della rivoluzione dell’idrogeno verde per la produzione di acciaio. Il Governo si decida a disporre quella Valutazione preventiva del Danno Sanitario che chiediamo inascoltati da anni, volta ad appurare la produzione annua di acciaio realizzabile senza rischi inaccettabili per la salute, sia in prospettiva che in base all’attuale quadro emissivo dal siderurgico di Taranto. Nelle more ribadiamo la richiesta di abbattere in via prudenziale del 50%; la capacità produttiva massima attribuita agli impianti attualmente in uso, portandola da 6 a 3 milioni di tonnellate annue”. Così termina il comunicato il presidente di Legambiente Taranto.

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