Tamburi: arrivano dati Peacelink Taranto, e non sono confortevoli!

TARANTO Tamburi al centro di una nuova indagine di Peacelink Taranto. Secondo l’associazione ecologista, la scorsa settimana le concentrazioni di benzene sono aumentate, nonostante la chiusura del polo siderurgico.

Infatti, secondo i dati, al quartiere Tamburi Taranto la concentrazione sarebbe stata di 5,7 microgrammi al metro cubo.

L’origine, secondo l’ente, sarebbe comunque l’ex Ilva (ArcelorMittal oggi). Infatti, man mano che si ci avvicinava allo stabilimento, aumentava la concentrazione. Infatti, si arrivava prima a 6,3 microgrammi al metro cubo e, nelle vicinanze della cokeria, fino a 28 microgrammi al metro cubo.

I preoccupanti dati sono ancora più “interessanti” per l’associazione se si pensa che nella gestione Riva raramente sono arrivate queste concentrazioni. Infine, la centralina di via Macchiavelli (sempre al quartiere Tamburi) evidenziava una concentrazione di 2,6 microgrammi per metro cubo.

Secondo Peacelink Taranto, l’unica spiegazione è “la trascuratezza nell’attuale gestione degli impianti dello stabilimento siderurgico. Non è spiegabile altrimenti (…)”.

Così spiega l’ente in una nota stampa. Il valore più preoccupante, però, resta quello del 15 giugno, dove le concentrazioni di benzene hanno superato gli 8,6 microgrammi per metro cubo in via Orsini.

I dati resi noti, infatti, arrivano direttamente dalle centraline gestite da Ispra e Arpa Puglia. Quindi, a questo punto, secondo Peacelink, ridurre la produzione non assicura automaticamente una minore concentrazione delle emissioni per via di una gestione degli impianti di questo tipo.

Quindi, l’idea è di fermare gli impianti, ma di garantirne la facoltà d’uso solo a chi davvero può gestirli riducendo le emissioni.

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