Taranto: incontro Prefetto-comitato ambiente. La nota

TARANTO – Importante incontro tra il comitato cittadino per la salute e l’ambiente di Taranto e il Prefetto Demetrio Martino che ha ricevuto il gruppo in prefettura. Una volta terminato l’incontro i rappresentanti sono scesi dalla sede istituzionale e hanno rilasciato diverse dichiarazioni alla stampa.

Taranto, l’incontro col Prefetto

“Sul sito del Ministero della Transizione Ecologica abbiamo scoperto che è presente documentazione, di Acciaierie d’Italia che ha fatto richiesta di una modifica dell’Aia per poter sfornare il carbon coke con tempi ridotti e avere quindi più sfornamenti. Quest’accelerazione dei ritmi produttivi della cocheria, inevitabilmente, porta ad un aumento delle emissioni e di conseguenza a breve incontreremo il signor Prefetto affinché si faccia rappresentante, presso il Governo e presso il Ministero della Transizione Ecologica, delle nostre preoccupazioni e della nostra assoluta contrarietà. Questa modifica è stata inoltre richiesta da Acciaierie d’Italia ma deve essere esaminata dal Ministero e ci auguriamo venga respinta”.

Massimo Castellana che è il rappresentante legale del gruppo ha precisato «Altra cosa che rappresenteremo al Prefetto – hanno aggiunto – è il report dell’ONU che ha girato tutta l’Italia ed è venuto anche quì per la verifica di situazioni incompatibili con i diritti umani. La parte su Taranto è di una particolare severità. Leggeremo i passaggi fondamentali di questo rapporto che calca ancor più la mano rispetto a quanto già detto dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo nel 2019. La Corte ha sottolineato che lo Stato Italiano non ha protetto i cittadini di Taranto».

Castellana su Taranto

Sempre Massimo Castellana poi una volta terminato il vertice ha dichiarato: «gli abbiamo chiesto di trasmettere al Ministero la nostra posizione per quanto riguarda gli sfornamenti il cui numero va fuori da quella che è la prescrizione Aia.
Abbiamo inoltre chiesto che venga trasmesso questo rapporto, del rappresentante dell’Onu, che traccia una situazione drammatica del nostro comune, con forti colpe da parte dello Stato e dei governi precedenti. Abbiamo poi parlato del Piano Industriale e ci ha confermato che ad oggi non esiste: non è stato ancora presentato, discusso e approvato per poi essere definitivamente posto in essere.
Chiaramente, oggi è 15 dicembre 2021 e questa società mista Stato-privato è stata sottoscritta il 10 dicembre 2020, dunque, è passato un anno senza alcun passo importante proprio per quanto riguarda il Piano Industriale».

Torna a parlare Marescotti

Inoltre Marescotti ha aggiunto le seguenti parole: “È importante sapere – ha proseguito – che l’ONU ha fatto di Taranto un quadro ancor peggiore di quello presentato da Report (trasmissione televisiva d’inchieste giornalistiche). A livello internazionale la città esce a tinte fosche:
-si parla di scuole che chiudono prima quando la qualità dell’aria è scarsa;
-che l’Istituto Superiore della Sanità ha documentato una riduzione del quoziente intellettivo dei bambini a causa dell’inquinamento;
-si parla di livelli allarmanti di emissioni di CO2 dell’impianto ex-Ilva;
-si dice che l’impianto dovrebbe smettere di bruciare carbone;
-si dice che ci sono sentenze giudiziarie a livello nazionale ed europeo sull’inquinamento Ilva e che la Corte Europea per i diritti dell’uomo ha condannato l’Italia perché non ha garantito l’adozione di tutte le misure necessarie per proteggere efficacemente i cittadini;
-si parla delle condanne, a 20-22 anni, di reclusione per l’inquinamento ambientale causato dall’Ilva con conseguenze mortali.
In maniera, non voglio dire beffarda ma abbastanza significativa, il relatore speciale delle Nazioni Unite dice “prendo atto che il Governo ha adottato diversi decreti legislativi noti come Salva-Ilva” e che era stata prevista anche l’immunità penale che è incompatibile con il principio di uguaglianza.”

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Infine sempre sui residenti di Taranto “non hanno potuto godere dei loro diritti alla vita, alla salute e ad un ambiente sano”.
Queste cose le abbiamo lette davanti al Prefetto e abbiamo chiesto che venisse fotocopiato il rapporto e portato all’attenzione del Governo perché, evidentemente, deve sapere che di fronte ad un rapporto del genere siamo fortemente preoccupati, almeno quanto l’Onu».

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