ArcelorMittal: le soluzioni per affrontare il coronavirus

TARANTO – Si blocca lo sciopero previsto dalle sigle sindacali contro ArcelorMittal per la questione del Coronavirus.

Infatti, l’azienda ha disposto di ridurre il numero degli operai e di portare in smart working 200 dipendenti. In più, sono stati fermati alcuni reparti, per cui per 300 lavoratori scatterà la cassa integrazione.

Quali sono le misure predisposte dalla società franco-indiana per l’ex Ilva?

  • La riduzione del personale in turno;
  • lo smart working;
  • il ricorso alla cassa integrazione.

Questa idea ha ottenuto la soddisfazione dei sindacati Usb e Cisl. Quindi, questi hanno predisposto la chiusura dello sciopero.

“Rispetto alle rivendicazioni fatte abbiamo ottenuto la riduzione dei lavoratori nel primo turno” ha spiegato fonti dell’Usb.

ArcelorMittal: le nuove disposizioni

Infatti, gli operai passano da 3000 a 1750, con un calo del 42,5%. In più, in media si tratta di un taglio del 25% su tutte le attività. Restare a casa non significa non lavorare.

Infatti, 200 dipendenti ex Ilva da lunedì lavoreranno da casa con lo smart working. L’idea della società franco-indiana è di crescere fino a 300 unità. Oltre a questo, ArcelorMittal ha chiuso i seguenti reparti:

  • zincatura 2;
  • treno lamiere;
  • finitura lamiere;
  • ossitaglio.

Sempre secondo le fonti Usb, il polo siderurgico controllerà i lavoratori in entrata con un termometro laser.

Così, chi avrà la febbre non sarà in contatto con i colleghi e quindi si ridurrà il rischio di contagio. In più, si riduce l’affollamento sugli autobus, perché l’azienda ha introdotto 5 mezzi.

Di solito, negli autobus del polo siderurgico transitano 90 persone per mezzo. Invece, adesso c’è la regola di massimo 25 lavoratori per mezzo.

Un’altra richiesta dei sindacati era ridurre del 30% le attività dell’appalto, ma ArcelorMittal ha comunicato che alcune ditte hanno sospeso i lavori per conto proprio, pur di garantire le condizioni di sicurezza.

Per quanto riguarda le mascherine, invece, l’approvvigionamento sembra basso nonostante la fornitura di 15000 dispositivi di protezione individuale.

In più, l’azienda vorrebbe fare un primo carico di 40.000 mascherine, ma purtroppo questo carico sarebbe stato requisito dallo Stato per l’emergenza nella zona rossa.

Una soluzione diversa è quella della Fiom Uilm.

Infatti, questi sindacati non avevano aderito allo sciopero, però ora chiedono un intervento del governo sugli ammortizzatori sociali e protocollo sanitario. In più, decideranno in queste ore se confermare o meno la protesta annunciata nei giorni scorsi.

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