ArcelorMittal: “Recesso legittimo su Ex Ilva”

TARANTO – ArcelorMittal ha spiegato i motivi per cui non è più possibile mantenere gli accordi presi con il Governo italiano sull’ex Ilva e perché non potrà più occuparsi dell’azienda.

ArcelorMittal: perché andare via?

Per ArcelorMittal la rescissione del contratto con il Governo italiano è legittima e ha chiesto anche che il tribunale riconosca questa legittimità.

Per la multinazionale franco-indiana, nel contratto si legge che se non c’è lo scudo penale, l’azienda se ne può andare senza spiegazioni. Si tratta del contratto che la società ha sottoscritto con il ministro Calenda ai tempi del governo Renzi.

In più, dopo la firma del contratto, la società avrebbe avuto ulteriori obblighi non concordati per contratto, come la chiusura dell’altoforno 2.

Quindi, per la società, il governo avrebbe prima dato la possibilità di operare e poi avrebbe cambiato le condizioni. Condizioni cambiate per ArcelorMittal sono sinonimo di chiusura del contratto, a meno che il Tribunale di Milano non dica diversamente.

La società non vuole pagare i costi della passata gestione. Infatti, dopo la chiusura dell’altoforno 2, anche l’1 e il 4 dovrebbero chiudere. Di fatto, la produzione si bloccherebbe del tutto. Arcelor, però, non era stata informata di questo problema e dei successivi costi.

Il contesto internazionale

Il colosso dell’acciaio non sta perdendo solo in Italia. L’arrivo dei dazi e la ridotta richiesta di acciaio ha costretto l’ArcelorMittal a chiudere alcuni stabilimenti in Europa. Per questo, sono state prodotte 4 milioni di tonnellate all’anno rispetto alle 6 milioni previste.

Quindi, la società ritiene di poter chiudere il contratto in sede legale. L’incontro con Giuseppe Conte potrebbe consentire a Mittal di rinunciare alla causa legale, ma non è ancora detto.

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