Raccolta delle olive a Ginosa. Organizzate visite guidate per osservare i processi di lavorazione

GINOSA – Questo è il periodo della raccolta delle olive e sono state organizzate delle visite guidate per osservare le varie fasi di lavorazione.

Nonostante il dramma della Xylella, si guarda al futuro con una ripresa del settore olivicolo. La Cia parla di riscatto per il settore produttivo.

La città di Ginosa, detiene il primato nella produzione di uva e di prodotti ortofrutticoli. Inoltre, è anche una delle località dove viene prodotto l’olio bio.

Raccolta delle olive una tradizione tramandata da generazioni

La tradizione della lavorazione delle olive si tramanda da generazioni e intere famiglie hanno dato vita a imprese e frantoi che esportano l’olio in tutta Italia e all’estero.

Oggi ciò che era tradizione si è fuso all’innovazione.  Così un prodotto pregiato come l’olio è stato ancor più valorizzato con delle nuove tecniche che gli hanno permesso di raggiungere un’alta qualità.

I frantoi aprono le porte con visite guidate

In questo momento dedicato alla raccolta e alla lavorazione delle olive, sono state organizzate a Ginosa delle visite guidate per osservare tutte le fasi di lavorazione e produzione dell’olio, che va dalla raccolta al confezionamento, con la degustazione finale.

Nel Portale della Cia Puglia si legge che l’annata 2019-2020 sarà la stagione del riscatto per la produzione olivicola italiana.

Sarà la Puglia il vero polmone olivicolo nazionale che guiderà la ripresa della produzione di olio extravergine d’oliva italiano.

Nonostante la grave situazione generata dalla Xilella, tra i migliori produttori di olio spiccano proprio varie aziende pugliesi e anche frantoi ginosini.

Il presidio Slow Food dell’olio ha spiegato che il patrimonio di alberi secolari che si trovano diffusi in tutta la Puglia, rende molto impegnativa e anche costosa la produzione di olio extravergine d’oliva italiano.

Per tale motivo, accade che il mercato che è orientato sul risparmio, favorisce l’olio più scadente.

Ecco perché Slow Food ha creato un presidio nazionale che promuove “il valore ambientale, paesaggistico salutistico e economico dell’olio extravergine d’oliva italiano”.

Nel corso delle visite guidate si potranno osservare le varie fasi di raccolta, la pettinatura e la raccattatura e poi la raccolta meccanica che accelera i tempi.

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