Studio della Sindrome di Brugada. Tra i cardiologi aretini anche uno di Massafra

MASSAFRA – Presso l’Ospedale San Donato di Arezzo è stato portato a termine un importante studio che rivela le cause che determinano le aritmie improvvise che portano alla morte cardiaca immediata.

Lo studio è stato supportato da un finanziamento della Fondazione Telethon assegnato a Maurizio Pieroni ed è stato condotto in collaborazione con Antonio Oliva dell’Università Cattolica di Roma e con Ramon Brugada dell’Università di Girona in Spagna, che ha scoperto la sindrome.

Nell’equipe medica della Ricerca, hanno collaborato il Direttore del dipartimento Cardioneurovascolare Leonardo Bolognese, il responsabile dell’ambulatorio cardiomiopatie e malattie cardiache rare, Maurizio Pieroni e il cardiologo massafrese Pasquale Giovanni Notarstefano, responsabile della Aritmologia e co-responsabile dello studio.

La sindrome di Brugada colpisce soggetti giovani considerati completamente sani.

Maurizio Pieroni spiega che quando è stata scoperta questa sindrome, si riteneva che si trattasse di un disturbo dell’impianto elettrico del cuore, legato a un fattore genetico.

Con queste ultime ricerche, alle quali ha partecipato anche il chirurgo massafrese Pasquale Giovanni Notarstefano, è stato dimostrato che nella maggior parte di questi pazienti sono presenti importanti alterazioni elettriche e aritmie mortali.

L’equipe di cardiologi è stata in grado di rilevare una mappatura elettrica del cuore delle aree elettricamente anomale e ne sono stati prelevati dei campioni.

E’ stato evidenziato che, in oltre il 75% dei casi, è presente un’infiammazione del muscolo cardiaco. Maggiore è l’infiammazione più sono estese le aree elettricamente anomale.

Studio della Sindrome di Brugada. Tra i cardiologi aretini anche uno di Massafra
Cardiologo Pasquale Giovanni Notarstefano
Il cardiologo Notarstefano afferma che:
“La grande sfida è proprio quella di individuare, tra tutti i soggetti asintomatici, ma con un elettrocardiogramma diagnostico, quelli maggiormente a rischio di aritmie gravi, e che necessitano quindi di essere protetti con l’impianto di un defibrillatore”.

La biopsia cardiaca guidata dal mappaggio elettroanatomico viene eseguita solo in Toscana e ad Arezzo e nel resto d’Europa solo in pochissimi centri.
La scoperta effettuata dai chirurghi dell’Ospedale San Donato di Arezzo, lancia le basi per individuare le terapie da applicare.

Grazie ai chirurghi italiani, negli Stati Uniti è stata già sperimentata l’efficacia della terapia anti-infiammatoria con cortisonici in aggiunta alle terapie convenzionali, nel debellare aritmie gravi in casi di soggetti affetti dalla sindrome.

Leonardo Bolognese direttore del Dipartimento Cardioneurovascolare della Ausl Toscana Sudest, afferma che questo studio è stato possibile grazie alla determinazione e al lavoro di gruppo dei cardiologi di Arezzo.

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