Corteo di Legambiente Taranto per accoglienza e solidarietà

TARANTO – Sabato 19 gennaio Legambiente invita tutti i cittadini a partecipare al Corteo Provinciale “Sicuri di restare umani”.

Sarà un grande momento di aggregazione e nel documento che lo promuove si legge:

“Un grande corteo colorato, allegro, chiassoso, aperto, inclusivo, ricco di contaminazioni sia per ribadire con determinazione che Taranto e la sua Provincia sono terre di solidarietà ed accoglienza, sia per dire “no” al Decreto sicurezza e immigrazione e rifiutare politiche inumane di odio, discriminazione, respingimenti e chiusure dei porti del Governo“.

Legambiente Taranto ribadisce che nel nostro Paese vi è un clima di “Intolleranza e violenza che sfocia in forme di aggressione sempre più gravi e diffuse. Insultati, picchiati, concentrati in centri sovente invivibili bambini, donne, adulti migranti sono oggetto di un’ostilità crescente e di una continua azione di propaganda che li dipinge come gente pericolosa, trasformandoli nel nemico da combattere”.

Alla gente bisognosa che fugge dalle guerre, dalla fame e dalla povertà per arrivare in Italia, vengono negati i più basilari diritti.
Si è arrivati a considerare reato la solidarietà, come dimostra la campagna contro le Ong che compiono salvataggi in mare. Si chiudono i porti e si innalzano muri, indicando nei migranti i principali responsabili del disagio sociale che investe tanta parte di un paese che conta oltre 6 milioni di poveri”.

Poi si è aggiunto anche il “Decreto Sicurezza” approvato dal Parlamento. Questo decreto non fa che peggiorare le cose dal momento che le persone che lavorano in Italia in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, nel caso in cui gli viene rifiutato, perdono il diritto di rimanere sul territorio italiano e questo non fa che incentivare il lavoro nero e quindi la condizione di sfruttamento.

E’ ora di dire basta e Legambiente lo vuole fare con un grande Corteo a cui in massa bisogna aderire per chiedere una legge che possa cambiare le cose e che faccia si che si possa “uscire da un’involuzione culturale e politica sempre più profonda”.

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