Arcivescovo di Taranto: “La tragica vicenda di Manduria è frutto del decadimento dei valori”

MANDURIA – In occasione della festa di San Cataldo, l’Arcivescovo Monsignor Filippo Santoro ha fatto delle riflessioni riguardo la vicenda delle aggressioni di Manduria, operate da giovanissimi, ai danni del pensionato Antonio Cosimo Stano.

L’Arcivescovo di Taranto non ha potuto fare a meno di pregare per il pensionato che ha perso la vita, ma anche per quei giovani che hanno sbagliato. Ha rivolto un pensiero anche alla comunità di Manduria che in questo difficile momento sta soffrendo.

“Dobbiamo avere l’onesta di chiederci: il caso dell’uomo vessato fino a causarne la morte è un caso isolato? Riguarda solo Manduria? È un episodio nuovo? La mia risposta è no. Quel che è accaduto a Manduria è il risultato estremo del decadimento dei valori che è presente in tutte le città come nelle piccole comunità”.

Giusta riflessione che tutti dovrebbero fare e domandarsi cosa sta accadendo intorno a noi e perché oggi, specie le nuove generazioni sembrano non avere alcun rispetto nei confronti del prossimo. Mostrano rabbia e sete di distruzione nei confronti degli emarginati o di chi è più debole che può essere un vecchio, un cane, un compagno di scuola più fragile.

Di conseguenza non va puntato il dito sulla città di Manduria, in particolare.

L’arcivescovo di Taranto ha aggiunto: “Lo sgomento per quel che è accaduto ci ha storditi tanto e insieme a giuste riflessioni e provvedimenti si è passati a giudizi sferzanti sulla vicina cittadina, sui suoi abitanti, quando non si può generalizzare e stigmatizzare un’intera comunità. Quanto avvenuto è il risultato estremo del disconoscimento della dignità della vita umana”.

Monsignor Santoro ha aggiunto:

“Tale disconoscimento non è cosa di ragazzi, ma è cosa di adulti che perdono sempre più il riferimento ai valori veri ed hanno ridotto la vita al profitto, al comodo e all’utile individuale; e viene da lontano, non da oggi e tanto meno da Manduria”.

“Il racconto di episodi di cronaca che vedono i bambini, le donne, i poveri, gli ultimi, oggetto di vessazioni che ci parlano di disprezzo della vita. Invece è proprio Gesù che sta negli occhi del malato, del debole: Lui è lì, lo è sempre stato, attraverso quegli occhi ci guarda. Opponiamoci a tutto questo riprendendo l’insegnamento di San Cataldo che ha trovato una popolazione disorientata e sperduta dal punto di vista civile e religioso e l’ha fatta rinascere”.

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