TARANTO – Condanna da parte della Corte di Appello di Lecce per i due ex dirigenti dell’ex Italsider di Taranto per omicidio colposo. Gli operai si ammalarono dopo anni per esposizione all’amianto. Ecco la reazione della Fiom tarantina alla sentenza emessa dalla Procura leccese.
Sentenza ex Italsider di Taranto, il commento Fiom
“È di evidenza assoluta la pericolosità ed i rischi ai quali i lavoratori sono esposti venendo a contatto con diverse sostanze nocive e di come, nella fattispecie in oggetto, la presenza di amianto rappresenti a tutt’oggi un elemento di alta criticità nella vita lavorativa di tutti i lavoratori coinvolti. La Corte d’appello ha riconosciuto in favore della Fiom Cgil di Taranto, assistita dall’avvocato Massimiliano Del Vecchio, la rifusione di spese di giudizio pari a 6 mila euro in quanto costituitasi parte civile nel processo contro i due imputati ritenuti responsabili di omicidio colposo“. Oltre alla “innegabile valenza giuridica della sentenza vi è da segnalare altresì come la stessa ponga di assoluta attualità il tema della tutela della salute dei lavoratori (circa 13 mila tra diretti ed appalto) che per vivere hanno bisogno di lavorare entrando quotidianamente nello stabilimento siderurgico tarantino. Chiederemo un incontro all’attuale gestione di Acciaierie d’Italia per monitorare il piano di rimozione dell’amianto all’interno della fabbrica”. Così il sindacato che cura gli interessi dei metalmeccanici.
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Condannati i dirigenti ex Italsider di Taranto
La pena è stata rideterminata dato che la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio le condanne. Fuori invece dalla sentenza l’esposto per la morte di altre tre persone sempre dipendenti Italsider. I condannati sono Sergio Noce 84 enne direttore tra il 1982 e il 1984, poi Attilio Angelini, dirigente tra il 1984 e il 1987. Rispettivamente condannati a 9 anni e mezzo e 9 anni e due mesi. Questa volta in appello la condanna recita: un anno e 10 mesi di carcere, ma con pena sospesa.