Ex Ilva: Arcelormittal, Confindustria e Porto di Taranto

TARANTO Ex Ilva: lo scorso 13 maggio c’è stato un incontro tra ArcelorMittal, Confindustria, Confapi e Camera di Commercio di Taranto.

Hanno partecipato in videoconferenza:

  • Arturo Ferrucci, il direttore del siderurgico di Taranto,
  • Loris Pascucci,
  • Mariateresa Vignola, responsabile delle relazioni istituzionali locali,
  • il presidente Antonio Marinaro di Confindustria Taranto,
  • Luigi Sportelli, presidente della Camera di Commercio Taranto. Con lui anche il vice presidente Enzo Cesareo e il presidente della sezione metalmeccanica Antonio Lenoci.

La prima questione per l’ex Ilva è il pagamento delle fatture alle aziende dell’indotto jonico. Quindi, su 29 milioni di euro di fatture, 12 milioni sono arrivati la settimana scorsa, mentre altri 9,3 milioni arriveranno questa estate.

Diversi, però, i dati riscontrati da Confindustria. Infatti, per Marinaro, lo scaduto sarebbe di 40 milioni di euro e non di 29. In più, i 9,3 milioni sarebbero inclusi nei 12 milioni e non “a parte”.

In ogni caso, Confindustria si è riservata di effettuare una verifica su questo aspetto. Invece, per quanto riguarda il rapporto tra aziende tarantine e nuovo proprietario dell’ex Ilva, il rapporto resta conflittuale.

Infatti, secondo gli esponenti della Camera di Commercio, ArcelorMittal non vedrebbe nelle piccole aziende joniche un partner commerciale, ma semplicemente delle “costole” aziendali.

Resta comunque la questione di novembre per l’ex Ilva. Se entro novembre non si trova un accordo con lo Stato, il rischio è che la multinazionale se ne vada con una penale di 500 milioni di euro.

Infatti, anche lì ci sono delle differenze sui numeri. ArcelorMittal punta a una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio con 5000 operai. Invece, il Governo punta a 8 milioni di tonnellate, ai forni elettrici e (si spera) anche a impianti a idrogeno quando saranno disponibili.

Ex Ilva: Melucci invia lettera al Porto di Taranto

Sulla vicenda ex Ilva arriva anche la lettera del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Infatti, il primo cittadino aveva chiesto all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio Sergio Prete di rivedere le concessioni ad ArcelorMittal per il Porto di Taranto.

L’idea è di liberare il porto, con la possibilità di poter rimettere sul mercato le concessioni lasciate dallo stabilimento siderurgico. In più, a livello ideale, significherebbe avere un gesto concreto per svincolare l’attività economica cittadina dal monopolio dell’acciaio.

“(…) le quote di mercato che non vuole cedere ai concorrenti europei in questa congiuntura assai negativa e la poderosa piattaforma logistica costituita dal nostro porto. Se non si
impegna finalmente per Taranto, faremo comprendere al gruppo franco-indiano che queste positività non sono affatto acquisite”.

Così ha spiegato Melucci.

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