TARANTO – ArcelorMittal ha presentato una memoria difensiva, dove si riprende a parlare di “protezione legale”.
Infatti, secondo gli avvocati della società franco-indiana, la multinazionale potrebbe lasciare il polo siderurgico per l’assenza dello scudo penale per il piano di bonifica ambientale.
I legali di ArcelorMittal hanno presentato la memoria difensiva al Tribunale di Milano in vista della sentenza del 7 febbraio. Si tratta della terza memoria presentata per lo stesso procedimento. Infatti, sono già arrivate le memorie dei commissari straordinari e della Procura di Milano.
In più, proseguono le trattative con il Governo per la multinazionale e i suoi legali. Quindi, c’è anche la possibilità che ci sia un accordo prima della sentenza.
ArcelorMittal: le ragioni della multinazionale
Secondo i legali di ArcelorMittal, il Governo sapeva bene che lo scudo penale era fondamentale per il proseguimento del contratto. “Chiariamo per l’ennesima volta che la protezione legale non aveva, né poteva avere, ad oggetto soltanto l’attività intrinsecamente attuativa del solo Piano ambientale ma anche e soprattutto l’attività produttiva che doveva e dovrebbe svolgersi contestualmente” hanno scritto i legali.
In più, per loro non è possibile dichiarare che lo scudo penale non sia fondamentale per la produzione nel polo siderurgico tarantino. Infatti, ci sono 3 procedimenti che sono stati conclusi proprio perché c’era la protezione legale in quel periodo (si fa riferimento alla gestione Ilva).
Infine, secondo i legali, ArcelorMittal sarebbe disposta a lasciare lo stabilimento in modo graduale, oltre gli obblighi contrattuali. In più, i legali ritengono che spegnere temporaneamente gli altoforni potrebbe avere ripercussioni, ma non c’è ragione di pensare a pericoli irreparabili.
In più, a causare la chiusura del contratto sarebbe anche il diverso andamento del mercato dell’acciaio, le difficoltà di approvvigionarsi per le materie prime per il sequestro del Molo 4 e i problemi sull’Afo 2.