ArcelorMittal valuta riduzione operai per Coronavirus

TARANTO – Le sigle sindacali locali di Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno partecipato a un incontro con il custode giudiziario degli impianti dell’area a caldo e con la dirigenza ArcelorMittal.

Infatti, lo scorso 26 marzo la Prefettura di Taranto ha disposto la sospensione dell’attività fino al 3 aprile, ma consentito anche l’opportunità di lavoro a 3500 operai diretti e 2000 nell’appalto nelle 24 ore.

In più, il custode giudiziario Barbara Valenzano si è impegnata a rivedere la produzione per scoprire il numero esatto di lavoratori impegnati sugli impianti.

Infatti, a questo proposito i sindacati hanno ribadito di aver bisogno di ridurre al minimo gli impianti. Così si riduce il numero di dipendenti che deve lavorare nello stabilimento per evitare ulteriori rischi di contagio.

Nel frattempo, per la questione ex Ilva, anche i commissari straordinari, come aveva già fatto ieri ArcelorMittal, hanno deciso di impugnare l’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

In una lettera, ecco come i commissari Ardito, Lupo e Danovi definiscono l’ordinanza. “(…) ineseguibile da Ilva, atteso che la gestione dello stabilimento, a far data dal 1 novembre 2018, è affidata ad ArcelorMittal Italia”.

In più, secondo i commissari straordinari, l’ordinanza ha vizi di legittimità. A rispondere ai commissari straordinari è l’assessore all’ambiente e all’emergenza Coronavirus Francesca Viggiano.

Secondo la Viggiano, i commissari straordinari si sono messi palesemente dalla parte degli interessi economici e del profitto. In più, proprio mentre il Governo ribadiva che la salute è un bene che non si può negoziare.

In più l’assessore ribadisce la posizione del sindaco Melucci e dell’amministrazione. Quindi, le lettere e i ricorsi presentati in questi giorni da ArcelorMittal e dai commissari straordinari non valgono nulla. Infatti, la battaglia proseguirà in sede legale.

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