Ex Ilva Taranto: Giorgetti “a maggio 2022 Invitalia al 60%”

TARANTOILVA NEWSGiancarlo Giorgetti riferisce alla Camera sul futuro dell’ex Ilva Taranto e conferma che da maggio 2022 le cose cambieranno. Previsto infatti un maggiore impegno societario da parte di Invitalia. Ecco le sue parole.

Ex Ilva di Taranto, Giorgetti aggiorna sulla situazione

A partire da “maggio 2022 Invitalia salirà al 60% nella NewCo la quale, al termine del contratto di affitto, acquisirà gli asset dell’ex Ilva”, così il Ministro leghista nel corso di una audizione svolta in commissione Attività produttive a Montecitorio. “Oggi Invitalia detiene una quota del 38% del capitale di Acciaieria d’Italia Spa cui corrisponde il 50% dei diritti di voto in assemblea”, ha ricordato Giorgetti.

Per quanto riguarda l’adeguamento di capitale “l’acquisizione degli asset dell’ex Ilva, ovvero il secondo e definitivo aumento di capitale è soggetta tre condizioni: rilascio nuova Aia, accordo con i sindacati, dissequestro penale degli impianti”, chiarisce in maniera inequivocabile. Inoltre va ricordato che in caso di sequestro le cose andranno bene per l’ex Ilva di Taranto; infatti “è chiaro che se interviene il sequestro, tutta l’operazione, per come è progettata, viene a cadere”.

Investimenti fino a 1 miliardo e mezzo

“Per il sostegno finanziario degli investimenti previsti dal piano industriale, si rende necessario attivare nuovi finanziamenti a medio e lungo termine. Gli investimenti stimati in funzione delle scelte tecniche variano da 900 milioni a 1 miliardo e mezzo. Invitalia e’ stata incaricata di procedere alla costituzione della Newco in modo di completare le analisi di fattibilità industriale ed economica finanziaria e ambientale del progetto”. Inoltre continua “Il nuovo consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia sta lavorando alla definizione di dettaglio del nuovo piano industriale; con l’ambizioso obiettivo di accelerare per quanto possibile la transizione ecologica degli stabilimenti”.

Nuova linea manageriale va bene

Giorgetti dice “la nuova linea manageriale adottata da Acciaierie d’Italia dovrebbe permettere di venire incontro alle aspettative dell’indotto; a un atteggiamento un po’ diverso nei confronti delle rappresentanze sindacali”. Non manca una precisazione “E’ chiaro che questo grande progetto, che coinvolge tanta risorsa pubblica, deve trovare l’accordo, oltre che delle rappresentanze sindacali, anche del sindaco di Taranto e della Regione Puglia, perché o tutti quanti siamo in qualche modo d’accordo su un grande progetto industriale per la decarbonizzazione di Taranto, oppure non ce la facciamo“, afferma.

Verso la fine dell’audizione ha ricordato “È plausibile, anzi sicuramente si è verificato, il fatto che ArcelorMittal abbia finanziato il proprio capitale circolante non pagando o rinviando il pagamento dei propri fornitori. Anche adesso importanti operazioni di finanziamento previste dall’accordo del 2020 sono in itinere, in parte finanziate dal Pnrr, ma non solo. Il soggetto privato ha già fatto investimenti sull’impianto e altri ne dovrà fare insieme al socio pubblico” rispondendo ad alcune domande dei presenti.

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Ex Ilva di Taranto, i capisaldi del nuovo piano

“I capisaldi del nuovo piano industriale di Acciaierie d’Italia sono quelli definiti nell’accordo di dicembre dello scorso anno e prevedono il completamento degli investimenti ambientali, importanti interventi tecnici, l’elettrificazione di una quota rilevante della produzione di acciaio e sulla costruzione di un impianto di DRI, realizzato e gestito da una Newco a partecipazione pubblica della cui costituzione è stata incaricata Invitalia”. La copertura finanziaria per l’azienda; “può essere assicurata dal Pnrr, che alloca 2 miliardi di euro sulla linea di investimento 3.2 “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard to abate”. Così conclude l’intervento il Ministro per lo Sviluppo Economico.

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