Obbligo di Green Pass dal 15 ottobre nei luoghi di lavoro: ecco il nuovo Dpcm

Il Green Pass diventerà obbligatorio nei luoghi di lavoro a partire da venerdì 15 ottobre: ogni sabato pomeriggio sono in corso manifestazioni nella grandi città, con cortei di No Green pass e No Vax, che spesso sfociano in disordini e violenze. Proprio nella giornata di sabato 9 ottobre ci sono stati numerosi problemi a Roma, con alcuni esponenti dell’estrema destra che sono arrivati a vandalizzare la sede nazionale della Cgil. Ci sono stati poi scontri con le forze dell’ordine. Disagi anche a Milano. Nella giornata di martedì 12 ottobre è stato diffuso online il pdf della nuova bozza di Dpcm, contenente indicazioni e informazioni sulle nuove regole da rispettare in merito all’obbligo di certificazione verde nei posti di lavoro.

Obbligo Green Pass come funziona a lavoro: il nuovo Dpcm

“Al di fuori dell’esclusione prevista per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale, l’accesso del lavoratore presso il luogo di lavoro non è consentito in alcun modo e per alcun motivo a meno che lo stesso non sia in possesso della predetta certificazione (acquisita o perché ci si è sottoposti al vaccino da almeno 14 giorni, o perché si è risultati negativi al tampone o perché il soggetto è guarito dal Covid negli ultimi sei mesi) e in grado di esibirla in formato cartaceo o digitale”.

Assente ingiustificato chi non possiede la certificazione verde

Inoltre si legge nella bozza di Dpcm che “il possesso della certificazione verde e la sua esibizione sono condizioni che devono essere soddisfatte al momento dell’accesso al luogo di lavoro. Il lavoratore che dichiari il possesso della predetta certificazione, ma non sia in grado di esibirla, deve essere considerato assente ingiustificato e non può in alcun modo essere adibito a modalità di lavoro agile. È pertanto un preciso di dovere di ciascun dipendente ottemperare a tale obbligo a prescindere dalle modalità di controllo adottate dalla propria amministrazione”.

Green pass aziende: gli strumenti di verifica

Il controllo della validità della certificazione verde sarà effettuato tramite apposita applicazione di controllo VerificaC19. Per evitare di richiedere con molto anticipo il certificato ai lavoratori, i soggetti preposti alla verifica della certificazione possono richiederlo ai lavoratori “con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore”. Per il controllo del certificato verde saranno a disposizione della pubblica amministrazione e delle aziende privata apposite applicazioni e piattaforma. Oltre all’app VerificaC19, peraltro già in uso in bar ristoranti, è previsto l’utilizzo della piattaforma Software Development Kit (SDK), il sito NoiPa, il portale Inps e altri sistemi operativi per la pubblica amministrazione che fruiranno della Piattaforma nazionale-Dgc. È rigorosamente vietato conservare i QR Code dei Green Pass Covid già sottoposti a verifica. Resta ovvio che almeno in questa prima fase, in assenza del QR Code digitale, sarà possibile mostrare il certificato cartaceo.

I soggetti esenti dalla campagna vaccinale saranno controllati tramite verifica del QR Code, che attualmente è in corso di predisposizione.

Il trattamento economico per chi è senza Green Pass in ufficio

Per quanto riguarda il trattamento economico, “in relazione alle giornate di assenza ingiustificata, al lavoratore non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati, intendendosi qualsiasi componente della retribuzione (anche di natura previdenziale) avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario comunque denominato, previsto per la giornata di lavoro non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio”.

La fine del lavoro agile e le sanzioni

L’entrata in vigore del Green Pass vaccinale dal 15 ottobre termina dunque la modalità di lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento del lavoro presso una pubblica amministrazione come accaduto finora. Nel settore privato, invece, lo smart working esiste ancora, ma ciò non significa che non si debba controllare il possesso del green pass nelle aziende, con tutte le conseguenze del caso (sospensione dal lavoro e dello stipendio, allontanamento dal luogo di lavoro, sanzioni, etc.). A tal proposito, chi si presenta a lavoro senza certificazione, può andare incontro a una sanzione amministrativa che va da 400 euro a 3.000 euro.

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