Ex Ilva, Giuseppe Conte: incontro con Mittal domani

TARANTO – Per l’ex Ilva serve un tavolo di crisi con le migliori intelligenze italiane. Questa è la soluzione per Giuseppe Conte. Dopo aver incontrato all’esterno semplici cittadini e operai, ecco cosa è successo.

Ex Ilva, per Conte “Mi colpisce molto quello che non doveva succedere”

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Dopo aver incontrato i cittadini, il Premier è entrato nel consiglio di fabbrica, dove ha ascoltato tutti gli operai, anche quelli dell’indotto.

Subito dopo, il Presidente del Consiglio ha fatto un giro all’interno delle aree di produzione della fabbrica, accompagnato da una delegazione di operai. A questo punto, è tornato all’esterno, dove ha scoperto i disagi dell’ex Ilva direttamente dalle mamme dei bambini morti di tumore e riunite nelle associazioni.

A seguire, Giuseppe Conte ha visitato il quartiere Tamburi e si è recato in Prefettura, dove ha fatto il punto della situazione con gli enti locali, incontrando il Prefetto di Taranto.

Al termine, ha fatto un punto stampa con i cronisti. Ai giornalisti il Premier ha dichiarato che il riscatto per Taranto passa anche da un’università per l’infortunistica. In più, secondo Conte, la città sta soffrendo, ma c’è un disagio maggiore: i lavoratori pensano di fare qualcosa di sbagliato continuando a lavorare per quello stabilimento.

Quindi, per il Presidente del Consiglio, l’ex Ilva deve rimanere, con un piano ambientale reale. Il Governo chiede quindi che ArcelorMittal rispetti gli impegni o che ne paghi le conseguenze. Sul tavolo, c’è anche una difficile, ma comunque possibile, nazionalizzazione della fabbrica.

Ex Ilva: cosa accadrebbe con una battaglia legale

Per Conte, se ArcelorMittal non completerà quanto sottoscritto per contratto sarà “la battaglia legale del secolo”. Il Premier è disposto a rinegoziare su scudo penale e su tempi più lunghi per la riconversione, ma non rinuncia contro i 5000 esuberi richiesti per l’ex Ilva.

Quindi, con una battaglia legale l’azienda non sarebbe più del gruppo franco-indiano. Già Jidal, tra le compagnie che avevano partecipato all’aggiudicazione, ha dichiarato pubblicamente di non essere più interessata all’acquisto.

La stessa azienda per le agenzie di rating è diventata meno appetibile, perché più instabile, con un indica Baa3.

Taranto, anche Tajani in città per l’ex Ilva

Anche Antonio Tajani, europarlamentare di Forza Italia, è venuto ieri mattina a Taranto per dire la ricetta del suo partito per salvare l’ex Ilva. La proposta dichiarata alla sede locale della Cisl è salvare la fabbrica usando i soldi del reddito di cittadinanza (circa 1 miliardo di euro).

Nell’ottica dell’europarlamentare, dovrebbe essere lo Stato a mettere di tasca sua per le bonifiche e consentire così a Mittal di agire con piena immunità penale. Dopo l’incontro alla Cisl, l’esponente di Forza Italia è andato dall’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, che ha chiesto di pregare per la città.

Dalla Lega e da Fratelli d’Italia, l’auspicio è che ArcelorMittal possa mettere subito in moto la fabbrica per garantire l’acciaio alle imprese italiane e non perdere punti di Pil dovuti alla chiusura del secondo stabilimento siderurgico d’Europa.

Nel frattempo, le aziende dell’indotto dell’ex Ilva hanno reso noto di non riuscire a pagare gli stipendi dei dipendenti per via delle fatture che l’amministrazione di ArcelorMittal non avrebbe pagato nel tempo.

Ora, si aspetta per domani un incontro tra Giuseppe Conte e ArcelorMittal, per capire se ci sono le condizioni per un negoziato.

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