Ex Ilva: problema di esuberi anche nel piano del Governo

TARANTO – Anche il piano del Governo per l’ex Ilva presenta degli esuberi. Certo, non sono gli stessi numeri presentati dalla società franco-indiana ArcelorMittal, ma ci sono.

Il Governo ha reso noti alcuni dettagli del piano industriale. Prima di tutto, ecco come l’azienda dovrebbe produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno:

  • 4 milioni di tonnellate dall’Afo5;
  • 2 milioni dall’Afo4;
  • 2 milioni dai 2 forni elettrici che sostituirebbero l’Afo2.

“Il numero degli esuberi è distantissimo da quello preannunciato da ArcelorMittal, è una proposta molto innovativa sul piano tecnologico e del risanamento ambientale” spiega Giueppe Conte. Infatti, il piano ArcelorMittal prevederebbe 4700 esuberi fino al 2023, con circa 3000 esuberi subito, già nel 2020.

Per il Governo, le persone in esubero del piano presentato dallo Stato prevederebbe che una parte dei dipendenti ex Ilva dovrebbe andare nella nuova società che deve produrre i forni elettrici.

Altre 1900 persone, che ora sono in amministrazione straordinaria, dovrebbero andare in esodo incentivato.

La risposta dei sindacati al piano del Governo per ex Ilva

La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Infatti, tutte le sigle sono d’accordo per non accettare nessun esubero, di neanche un ex operaio Ilva. Quindi, per la Fim-Cisl il problema degli esuberi resta, perché i forni elettrici hanno una capacità di produzione ridotta rispetto agli impianti a carbone.

Per Uilm, invece, l’idea degli esuberi va contro a quanto dichiarato dal Governo in precedenza, quando si era chiesto ai lavoratori di votare un piano senza nessun esubero. In più, la chiusura di Afo 2 (le operazioni sono partite oggi) porta la società franco-indiana a richiedere 3500 esuberi subito.

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