La Carta di Taranto è stata sottoscritta nella Cittadella delle Imprese: ecco il Manifesto

TARANTO – Nella Cittadella delle Imprese di Taranto, dove ha sede la Camera di Commercio tarantina, è stata sottoscritta la cosiddetta Carta di Taranto, ovvero il Manifesto per l’ecologia integrale, che chiude un lungo e proficuo lavoro di partnership avviato nel 2018. A sottoscrivere l’impegno figurano la Pontificia Università Antonianum (rappresentato dal prof. Giuseppe Buffon), la Camera di Commercio di Taranto, la grande Moschea di Roma (Prof. Nader Akkad e dottor Abdellah Redouane), l’Ufficio GPIC dei Frati Minori d’Italia e Albania (Frate Francesco Zecca), la Costellazione Apulia, Askesis, Happy Network e il Centro di Cultura Lazzati. Presenti anche il presidente del Centro Mariano per il Dialogo Interreligioso del Libano, professor Wissam Abou Nasser, il professor Salah Ramadan Elsayed dell’Università Al-Azhar, il professor Stefano Vinci del Dipartimento Jonico dell’Università di Bari e il professor Josep Cañabate Pérez dell’Università Autonomia di Barcellona. L’obiettivo comune sottoscritto nella Carta riguarda l’applicazione dei principi dell’ecologia integrale nel governo cittadino, nonché nel modello di impresa ed economia.

Di seguito il Testo del Manifesto per l’Ecologia Integrale, ovvero la Carta di Taranto:

“Convocati dallo stupore per la Bellezza della Casa Comune, Terra, Madre che nutre e governa la fraternità umana. Inquieti per il suo grido che si fonde con il gemito delle Vittime di ogni discriminazione, della nostra e della Futura Generazione. Pronti a denunciare il dramma degli sconvolgimenti climatici, della riduzione della biodiversità, dell’emergenza rifiuti, del degrado. Abitiamo, custodendo con responsabilità creativa, una consegna da restituire arricchita alle Generazioni future. E riconoscenti verso la Bellezza del Vero e del Bene, avvertiamo il limite delle nostre professionalità e competenze e l’impellenza di un impegno per la cura della vita, vero traguardo dell’esercizio transdisciplinare della conoscenza e dell’azione”.

Il manifesto prosegue così: “Vediamo l’intelligenza della correlazione insieme alla ricerca dei perché, convinti che non esiste verità senza condivisione, né unità del sapere, senza la giusta autonomi epistemologica di ciascuna disciplina, né l’inclusività senza l’integrazione di prospettive scomode o non organiche con la propria visione, preferendo ciò che conferma e rassicura, né l’interconnessione senza l’individuazione di forme di comunicazione che consentano lo scambio, il confronto, fino alla realizzazione della fraternità universale”.

C’è molto dello spirito religioso e dell’unione e della condivisione dei popoli nella Carta. “Curiamo la visione di una nuova società civile, vocata a edificare la fraternità, cantata da Francesco di Assisi patrono dei cultori della casa comune. Curiamo la difesa del diritto di ciascuno di essere fratello di tutti, rispettato nella propria ricerca della verità, secondo i principi della propria fede, fondamento della speranza di un oltre che sarà vera comunione”.

Quindi, la chiosa: “Curiamo la fraternità tra le genti del Mediterraneo chiamate a edificare la casa della pace, mediante un nuovo paradigma del mercato e del lavoro, applicato da una impresa a servizio dell’essere umano, custode del giardino”.

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