Innalzare livello di allerta per danni causati dalla fauna selvatica province di Taranto e Bari

TARANTO – Nella provincia si stanno ripetendo gli episodi che vedono protagonisti i lupi. Spesso gli allevatori trovano i loro animali, fonte di sussistenza, sbranati e in certi casi le prede spariscono.

I predatori sono capaci di aggredire animali anche della portata di 400 chili e questo deve farci riflettere di quanto la situazione sia gravissima.

Il presidente di Coldiretti Puglia spiega che le denunce si stanno moltiplicando nelle province di Bari e Taranto.

Savino Muraglia ne sottolinea la gravità poiché gli abitanti di Noci, Putignano, Martina Franca e Mottola, vivono nel terrore che i lupi possano ritornare. Piangono la perdita subita e la situazione economica ne risente gravemente.

Non si può certo stare sereni pensando che nel territorio vagano indisturbati questi animali selvatici che per loro natura hanno bisogno di nutrirsi con ciò che trovano. A piangerne le conseguenze, però, sono i padri di famiglia che vivono di allevamento.

Considerando che i lupi sono capaci di trasportare carichi così pesanti, sicuramente non c’è da stare sereni.

Per questi motivi, il Presidente della Coldiretti Puglia chiede di: “Innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone”.

Aggiunge poi che: “Bisogna urgentemente ‘sbloccare’ la Legge Regionale che ha codificato le misure contro i danni da fauna selvatica, ma è stata impugnata dal Governo”.

Il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti sottolinea che il fenomeno è in crescita, perché durante l’estate, i lupi sono stati avvistati in Basilicata alla ricerca di acqua e nelle ultime settimane sono tornati in Puglia per cacciare.

Spiega che dal punto di vista economico, tutta la Puglia è in una situazione difficile. Troppi danni causati dalla presenza della fauna selvatica. “Tra i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli animali. Oltre agli storni che rovinano il raccolto di olive, le lepri che divorano gli ortaggi. Ancora, i cormorani che mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura e infine i lupi che aggrediscono il bestiame noncuranti di recinzioni e reti”.

Solo per i danni provocati sugli allevamenti del bestiame si parla di una perdita di oltre 11 milioni di euro.

 

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