Acciaierie d’Italia: alternanza scuola-lavoro per 20 studenti tarantini, ma è polemica

TARANTO – È tutto pronto per il percorso di formazione dedicato all’alternanza scuola-lavoro organizzato da Acciaierie d’Italia a Taranto: parteciperanno venti studenti. Nella giornata di mercoledì 27 aprile il preside dell’II.SS Pacinotti-Fermi, professor Vito Giuseppe Leopardo, ha visitato lo stabilimento guidato dall’ad Lucia Morselli e dal Direttore delle Risorse Umane Arturo Ferrucci. I venti studenti che parteciperanno al programma resteranno nello stabilimento per tre settimane, per un totale di 72 ore a studente.

Cosa prevede l’alternanza scuola-lavoro ad Acciaierie d’Italia

Si inizierà con la teoria, e in particolare con un corso di formazione dedicato alla Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro. Nelle restanti due settimane, invece, sarà prevista la parte pratica, con l’assegnazione agli studenti delle mansioni e delle aree di lavoro in base ai loro indirizzi di studio: i ragazzi saranno affiancati dai tecnici dell’azienda e dai professori. Il percorso di formazione terminerà il 17 maggio.

Associazione Genitori Tarantini contraria

Contraria a questo programma di formazione l’associazione Genitori Tarantini, che ha pubblicato una nota a riguardo. “L’idea di voler mettere sotto scacco un intero territorio, mostrandosi come il benefattore, ha proprio messo radici solide nella testa dei dirigenti dell’acciaieria tarantina”. Paradossale poi è che la prima delle tre settimane sia dedicata alla teoria e in particolare al tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, in un’azienda “con un’altissima percentuale di incidenti, spesso mortali, che sta cadendo a pezzi, che ancora oggi, con la produzione al minimo, rappresenta un rischio inaccettabile per la salute di lavoratori e cittadini”.

Per l’associazione i giovani studenti meritano ben altro. “Il loro percorso scolastico non è necessariamente legato a quell’industria produttrice di inquinamento incompatibile con la vita e la salute”. Da qui la richiesta di tutelare i ragazzi e soprattutto di “affiancarli nella scelta di un futuro diverso da quello imposto dalla collusione del Governo con l’azienda”. Ma anche la richiesta che il dirigente scolastico Vito Giuseppe Leopardo, a cui i ragazzi sono stati affidati, ci ripensi. “Se si vuole formare i giovani su Ilva bisognerebbe tenere corsi sul rispetto della legalità”.

POTREBBE INTERESSARTI
Cambia impostazioni privacy