Elezioni Taranto: Stellato “nessun tavolo con Cdx”

TARANTOMassimiliano Stellato rilascia una intervista al corriere di Taranto in cui spiega la posizione della sua compagine politica e parla anche di Rinaldo Melucci. Le consultazioni elettorali della prossima primavera si avvicinano.

Le parole di Stellato su Taranto

Non abbiamo ancora mai riunito un tavolo politico tra il Patto per Taranto e i partiti tradizionali del centrodestra». Tra l’altro poi ci sono state le festività natalizie, quindi l’attività politica si è fermata per questo periodo. Se la domanda è “Avete mai riunito un tavolo ufficiale tra il patto per Taranto e il centrodestra?” la risposta è no».

«Il dialogo è presente con tutte le forze politiche del territorio». «Noi abbiamo buttato giù la bozza di manifesto politico del Patto per Taranto, che è un manifesto dinamico riguardo alla proposta programmatica, perché ovviamente tutti coloro che intenderanno aderire al Patto per Taranto è giusto che dicano la loro rispetto alla propria visione di città e quindi il programma non può che essere partecipato dal basso e dinamico, perché modificabile tenendo conto anche del pensiero e del contributo legittimo da parte di tutte le forze politiche e civiche aderenti. Riguardo all’alleanza, il Patto per Taranto ritiene necessario mantenere aperta la discussione rispetto al tema alleanze, perché mentre il centrosinistra canonico ha ritenuto chiudere il discorso ad ulteriori alleanze e a confronti democratici che potevano vedere nello strumento delle primarie un momento di partecipazione e di confronto tra anime pur dello stesso campo che la pensavano in maniera diversa noi adottiamo un criterio diverso». Questo il pensiero di Stellato.

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«Alla domanda “Ma lei che faceva parte della maggioranza a sostegno di Melucci è mai stato convocato come presidente provinciale di Puglia Popolare a discutere della ricandidatura di Melucci?” la risposta è no. Non sono mai stato invitato ad un tavolo di confronto politico nel quale veniva posto all’ordine del giorno l’argomento ricandidatura di Rinaldo Melucci a sindaco di Taranto. E come me anche altri movimenti politici. Probabilmente perché avevamo un pensiero diverso».

Infine ancora riferimenti politici

Inoltre «La parola “candidatura” assorbe in sé, per chi fa politica, una serie di elementi. Potrei candidarmi alla leadership politica di quest’area, potrei candidarmi al Consiglio Comunale, potrei esprimere altre candidature. Sicuramente, voglio dire la mia alle prossime elezioni amministrative per Taranto, perché la terza città del sud Italia, la città che è balzata alle cronache nazionali per essere stata trascinata agli ultimi posti in classifica, a mio avviso merita un impegno straordinario da chi come me ne è innamorato, pur non essendoci nato».

«Le scelte di Consiglio Comunale che hanno avuto una condivisione di maggioranza le ho votate e sostenute. Quelle che invece ho subito perché prese dalla Giunta le ho combattute, vedi per esempio la proposta sull’aumento della TARI».

Poi ancora «Ricorderete la mia opposizione quando ad aprile il Sindaco scelse, insieme a quella Giunta che presiedeva, di risolvere la questione dei parcheggi di Taranto mettendo le strisce blu dappertutto. Il resto è stata ordinaria amministrazione. Non ricordo che questa maggioranza abbia fatto cose straordinarie. Io non ricorderei Melucci, fossi un cittadino, per aver fatto qualcosa di straordinario per la città».

Infine «Intanto, noi partiamo dal metodo. Il metodo è partecipativo, noi inviteremo ai forum tematici che speriamo di riunire entro fine gennaio-inizi febbraio, con una partecipazione dei cittadini attraverso l’utilizzo delle esperienze di esperti facilitatori e chiameremo a raccolta anche tutte le parti sociali. Questa città merita straordinarietà anche nell’approccio programmatico. Quindi i capisaldi per correttezza li scriveremo insieme a tutti gli stakeholder e a tutti gli altri movimenti politici aderenti e ovviamente attenderemo per la stesura del programma definitivo l’incoronazione del candidato sindaco insieme a tutta la coalizione, quandanche allargata».

Melucci e Manzulli spiegano

Proprio poche ore prima era stato lo stesso Melucci in compagnia di Fabrizio Manzulli a spiegare le motivazioni delle scelte dell’amministrazione per quanto riguarda le strisce blu.

«La petizione – ha attaccato Melucci – ha il sapore amaro della propaganda e non avrebbe nulla di scandaloso se si chiedesse il miglioramento della delibera cosa già messa in atto dal commissario prefettizio invece della sua cancellazione. Questo sarebbe un processo sano, nell’interesse di tutti. La sensazione, invece, è che l’intento sia usare le persone per abbattere un progetto comune che anche se faticoso serve a costruire un futuro più sani e sostenibile per la nostra città». «Il provvedimento certamente perfettibile – prosegue il sindaco uscente – fu preso perché legittimato dall’esperienza positiva delle maggiori amministrazioni comunali moderne come la nostra ambisce a diventare. Lo sanno bene quelli che ora caldeggiano la protesta ma che in aprile condivisero attivamente e approvarono la delibera così com’è oggi. Ieri approvavano e oggi accusano».

Melucci spiega: «Il provvedimento può essere sicuramente rivisto alla luce della sua attuazione pratica, ma va sempre ricordato quanto sia anche propedeutico a una serie di vantaggi per i cittadini che, liberati da auto e traffico, avrebbero in cambio mezzi pubblici più efficaci, park&ride a prezzi convenienti, meno stress, risparmi e tanta salute dell’aria in più. Nei grandi centri urbani, da Nord a Sud, lì dove è ormai consolidata la disincentivazione all’uso di auto proprie, risparmiare tempo, salute e soldi spesi nel traffico è una pretesa dei cittadini nei confronti dell’amministrazione, non il contrario». «Chi sobilla i tarantini a chiedere la cancellazione e non la modifica migliorativa della deli bera “strisce blu” – incalza Melucci – mistifica la realtà di quanto già accade da anni in Italia e nel mondo. Inoltre, chi utilizza sedi che dovrebbero essere di pubblici uffici, già utilizzate nei mesi scorsi per i tavoli trasversali e messe a disposizione settimanalmente a coloro che hanno poi firmato per la caduta del consiglio comunale, non è credibile».

Parla anche Fabrizio Manzulli: «Non ha per niente l’aspetto e i presupposti di una petizione, quella che oggi viene avviata nella sede dell’Aci contro il provvedimento delle “strisce blu”. È un vero e proprio atto politico, invece, una strumentalizzazione che si svela prima di tutto per la sua tardiva organizzazione, visto che il commissario Cardellicchio, recependo già le sollecitazioni che gli sono pervenute, ha introdotto i correttivi che mitigano gli effetti del provvedimento». La polemica si estende anche all’uso della sede di un ente pubblico come l’Aci: «È soprattutto un atto politico, inoltre, perché chi lo propone e lo ospita, utilizzando impropriamente i locali di Aci, ha partecipato attivamente alla congiura che ha chiuso in anticipo l’esperienza dell’amministrazione Melucci».

L’attacco è diretto esplicitamente al vicepresidente dell’Aci: «Pino Lessa, per intenderci, già esponente del centrodestra tarantino e direttore dell’Automobile Club d’Italia, è stato tra i primi animatori del tavolo alternativo sul quale si è costruita la raccolta firme per lo scioglimento anticipato, vi ha partecipato attivamente: è ovvio che oggi promuova la petizione con un piglio politico tutt’altro che disinteressato. Magari ha anche carpito la buona fede di molte associazioni che, di fronte alle recenti decisioni del commissario, non avrebbero avuto alcuna ragione per imbarcarsi in questa impresa ormai inutile». E l’attacco di Manzulli si estende anche ad altri esponenti protagonisti dello scioglimento dle consiglio comunale: «Una modalità (quella di Lessa, ndr) condivisa con un altro “campione” della congiura, Massimiliano Stellato, che mesi fa si fece portavoce degli ausiliari della sosta per promuovere l’eliminazione della pausa oraria delle “strisce blu”: anche la loro buona fede è stata carpita, se oggi Stellato ha cambiato idea e chiede di cancellare quella modifica. La “qualità” di questi personaggi si svela con i fatti. Che senso ha avviare una petizione per ottenere quel che già esiste? È solo il tentativo, oggi di Lessa, ieri di Stellato, di ritagliarsi uno scampolo di visibilità, sfruttando una posizione di comodo». «Sarebbe il caso – conclude Manzulli – che le associazioni coinvolte in questa messinscena si preoccupassero più della qualità dei servizi erogati dall’Aci, per esempio, valutando se sono all’altezza o meno delle aspettative dei cittadini. Potremmo scoprire cose interessanti e, magari, avviare una petizione degna di questo nome».

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