Mario Turco chiede i dati pubblici sui tumori a Taranto

TARANTO – Il senatore del M5S Mario Turco ha scritto un lungo post Facebook in cui spiega tutti i passaggi di un convegno sugli open data in cui ha chiesto la pubblicazione dei dati sui tumori a Taranto.

Mario Turco riferisce del convegno

“Il 17 gennaio si è svolto il convegno online “Per una PA trasparente. Dati aperti per il decisore politico – Il recepimento italiano della Direttiva UE Public Sector Information” su iniziativa della Sen. Maria Laura Mantovani (M5S), promosso da me e dall’On. Luigi Gallo (M5S).
Fra i relatori intervenuti, spicca il nome del Prof. Giorgio Parisi, Fisico e accademico, Premio Nobel 2021 per la Fisica, accanto al quale hanno partecipato il Prof. Roberto Caso, Docente di Diritto Privato Comparato presso l’Università di Trento; il Prof. Michele Pizzo, Ordinario di Economia Aziendale presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli e Presidente Aidea; la Prof.ssa Elisa Giomi, Sociologa dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Universià Roma Tre e Commissaria Agcom; il Dott. Andrea Claudio Cosentini, Chief Data Officer presso il Dipartimento per la Trasformazione Digitale; il Dott. Massimo Fedeli, Direttore Centrale per le Tecnologie Informatiche Istat e il Dott. Gabriele Ciasullo, Responsabile Servizio Banche Dati e Open Data e Referente della Piattaforma dati.gov.it – Agid.”

Cosa sono gli Open Data?

“Gli open data sono dati della pubblica amministrazione messi a disposizione di cittadini e imprese. In Italia, però la diffusione degli open data è stata inizialmente associata alla necessità di trasparenza, come dimostrano le finalità anti-corruzione, di responsabilità amministrativa e di partecipazione alla vita politica e amministrativa dei cittadini. Tuttavia, nell’attuale contesto sociale, con l’avvento della digitalizzazione e di Internet, gli open data rappresentano una grande opportunità di crescita economica e occupazionale, soprattutto per le nuove generazioni.”

“Nel concreto, in Europa il valore economico diretto che può essere generato in questo settore, passerà dai 52 miliardi di euro del 2018 ai 200 miliardi di euro del 2030, ma per tradurre questa tendenza in realtà è fondamentale la creazione e l’affermazione di una vera e propria “scienza del dato”; centro nevralgico della Quarta Rivoluzione Industriale a carattere digitale. La scienza del dato è da intendersi come un ambito che catalizza tutte le discipline riguardanti la raccolta, la preparazione e l’analisi dei dati, per poterne estrarre informazioni di valore altrimenti sommerse dai dati stessi.
La scienza del dato, a dire il vero, è una disciplina per la quale non è stata ancora fornita una definizione univoca, indicando un campo di studi interdisciplinare, focalizzato sui processi quanto sui sistemi tecnologici necessari ad estrarre conoscenza da un dato che, da solo, sarebbe incapace di esprimere la sua utilità. Attraverso l’implementazione di questa neo-scienza, sarà possibile non solo garantire maggiore efficienza aziendale e amministrativa, ma soprattutto creare una nuova “filiera del dato”, economicamente rilevante per la raccolta e l’elaborazione dei dati, nonché per la loro trasformazione in informazioni, generando nuova occupazione.”

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“La politica, in tal senso, ha il dovere di fornire delle risposte consistenti in strumenti e capitale umano, affinché la sfida della “scienza del dato” generi una ricaduta positiva per il benessere collettivo.
Il Prof. Giorgio Parisi, Premio Nobel 2021 per la Fisica, ha giustamente denunciato una criticità in termini di trasparenza della pubblica amministrazione, soprattutto in relazione alla mancanza dei dati epidemiologici sui tumori. In Italia la discontinuità di accesso al dato si verifica, peraltro, in aree di crisi complessa ad alto tasso d’inquinamento come la città di Taranto, dove i dati utili all’elaborazione del c.d. “Registro Tumori” sono fermi al 2013, non permettendo così di comprendere la reale incidenza delle patologie di questo tipo sulla popolazione.”

Infine “Il Prof. Parisi, infatti, ha dovuto interrompere le sue attività di ricerca per mancanza dei dati di Taranto, mentre città come Roma sono ferme al 2017. L’inefficienza della trasparenza della PA su un argomento così delicato come questo, discende dal fatto che le Autorità territoriali, inspiegabilmente, non pubblicano i dati in loro possesso e di loro competenza, omettendo informazioni importanti per la cittadinanza.
Per questo motivo chiediamo che tutte le amministrazioni territoriali, nonché il Ministero della Salute e tutte le Autorità sanitarie pubbliche, aggiornino i dati per ripristinare la trasparenza amministrativa e per consentire le analisi del dato nell’interesse comune.”

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