Sciopero dei gruisti contro Arcelormittal Taranto

TARANTO – Sono state proclamate tre giornate di sciopero da Fiom, Fim e Uilm, dal 21 al 23 agosto, del reparto Impianti marittimi, di ArcelorMittal.

La protesta nasce per la ricollocazione dei gruisti che risultano in esubero dopo che l’area è stata sequestrata su disposizione della Procura, in occasione dell’inchiesta sulla drammatica morte del gruista Cosimo Mimmo Massaro.

In seguito ad una tromba d’aria, l’operaio di ArcelorMittal, finì in mare mentre si trovava all’interno della cabina della gru dove stava lavorando.

I sindacati contestano la “ricollocazione dei lavoratori presso altri reparti, tra cui parchi e cokerie” e non approvano i criteri adottati dall’azienda siderurgica. In mancanza di una risposta di ArcelorMittal, è stato proclamato lo sciopero di tre giorni.

Nel comunicato inviato all’Ufficio Relazioni industriali, si comunica che non si escludono altre iniziative, da parte dei sindacati. Usb ha proclamato uno sciopero per il prossimo venerdì contro i premi di produzione. Premi che il siderurgico ha disposto per gli operai che non aderiscono allo sciopero, indetto per la morte di Massaro, garantendo così la continuità produttiva di alcuni reparti.

Sul comportamento di Arcelormittal Taranto il segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo si pone degli interrogativi.

Si domanda come sia possibile che per Arcelor Mittal la produttività viene prima di tutto. Sostiene che questo stride con quanto affermato dall’Azienda, nel voler rilanciare le attività, attraverso un percorso di dialogo e di rispetto della città, dei lavoratori e delle istituzioni.

Conclude che il siderurgico di Taranto ha svelato “il volto più biecamente patronale”.

Replica di Arcelor Mittal che asserisce “nel rispetto del diritto allo sciopero, l’azienda ha voluto riconoscere la professionalità di colleghi, un comportamento che ha consentito di garantire l’incolumità del personale e della comunità di Taranto.”

Affermando che gli impianti non possono fermarsi per la sicurezza. Chiarisce: “Mantenere in attività gli impianti è una condizione di sicurezza, indispensabile in un’azienda siderurgica, strutturata intorno a un ciclo continuo e ininterrotto”.

Conclude che in queste ore, alcuni colleghi hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, che ha impedito una situazione drammatica come quella di “fermare gli impianti senza possibilità di riavvio”.

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