Taranto. ENI si difende. Non sono imputabili i fenomeni odorigeni alla Raffineria

In seguito agli eventi di questi giorni riguardanti il black out alla raffineria di Taranto come conseguenza del maltempo, ENI si difende smentendo che siano imputabili a loro i fenomeni odorigeni di cui tutti hanno parlato.

ENI smentisce anche qualsiasi tipo di sversamento di idrocarburi.

La raffineria, in previsione delle piogge, aveva provveduto a ridurre l’assetto produttivo e isolato i circuiti elettrici dalla rete esterna. Poi, l’entità delle piogge hanno provocato l’accidentale fermo dei sistemi di produzione di energia elettrica della fabbrica e quindi di tutte le sue unità.

Circa sei anni fa, allo scopo di evitare che situazioni del genere si potessero verificare, ENI ha presentato un progetto di miglioramento del collegamento con la rete esterna, che permetterà così di evitare il distacco, ma il progetto è in via di approvazione.

ENI precisa che, riguardo al sistema di sicurezza torce, è necessario per garantire la sicurezza degli impianti in caso di fermo improvviso. Permette di bruciare gli idrocarburi più leggeri che impediscono così incrementi di pressione, con il conseguente rischio di possibili incidenti.

Questa procedura è conforme alle best practice internazionali.

Proprio in questi giorni, l’analisi della qualità dell’aria, ha registrato un incremento dei principali parametri, ma sempre al di sotto dei limiti di legge.

 

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