FP Cgil attacca Asl Taranto per il caso di una dipendente

La FP Cgil commenta la sentenza del Tribunale del Lavoro di Taranto sul caso di una infermiera del reparto di nefrologia di Taranto e sulla sua volontà di trasferirsi dalla Asl di Brescia alla Asl di Taranto per avvicinarsi al suo territorio natio, poiché originaria di Maruggio.

FP Cgil contro Asl Taranto: le accuse

Lorenzo Caldaralo di FP Cgil ha commentato attaccando la Asl tarantina, affermando che ciò che sorprende “non è di per sé il risultato di una sentenza quanto il fatto che nella pubblica amministrazione sempre più spesso si sia costretti a rivolgersi al giudice per avere le ragioni dell’ovvio”. L’infermiera aveva partecipato a un bando per la mobilità interregionale, riuscendo ad avvicinarsi a casa prestando servizio presso la Asl di Taranto dallo scorso mese di marzo. La Asl di Brescia le aveva riconosciuto il fatto di essere portatrice di handicap, il che la dispensava dallo svolgimento di certe mansioni, facendola rientrare nelle categorie protette.

“Paradossale che nonostante la inidoneità delle attività di reparto sia stata certificata anche dal medico competente in sede di visita preventiva, sia dallo stesso Spesal, l’infermiera sia stata avviata dall’Asl di Taranto, sebbene le ripetute rimostranze, a mansioni che nella sua condizione di disabile non avrebbe potuto svolgere, creando nocumento alle sue condizioni di salute e sicurezza e a quelle dei pazienti“. Da qui il ricorso presentato presso il Tribunale del Lavoro di Taranto grazie all’avvocato Luca Bosco, ricorso che è stato accolto lo scorso 29 luglio, e che ha permesso alla lavoratrice di essere esonerata dalle mansioni solte. Per Caldaralo è inspiegabile che quanto appena esposto sia accaduto proprio nell’azienda “che più di altri dovrebbe avere a cuore la salute dei suoi lavoratori e dei cittadini che si rivolgo a essa”.

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