Liste d’attesa a Taranto e provincia. Il grosso problema della sanità

TARANTO – Il problema delle liste di attesa è sempre molto acceso e si registrano cifre impressionanti per quelli che sono alcuni esami medici molto importanti che in realtà, quando richiesti, andrebbero fatti nel più breve tempo possibile.

Qualche giorno fa, l’Asl ha pubblicato il piano attuativo aziendale per il governo, delle liste d’attesa per il triennio 2019-2021.

Si evince che il tempo di attesa maggiore nell’Asl Jonica riguarda l’esame della colonscopia, considerando che in un solo anno, i pazienti che ne hanno fatto richiesta sono 8mila.

Sono in tutte sei le strutture a Taranto e provincia, dove si esegue questo esame e la metà di esse, al momento, non hanno disponibilità. In pratica, se si dovesse prenotare questo tipo di esame, il paziente dovrebbe attendere fino al 24 marzo del 2020, per eseguirlo presso l’ospedale di Manduria.

3600 pazienti ancora in lista di attesa.

L’ex parlamentare Vico sottolinea che nella L.R. 13 viene specificato che con scadenza bimestrale o comunque entro 5 giorni dopo del bimestre successivo, i direttori generali delle Asl locali, delle aziende ospedaliere universitarie e degli Irccs di diritto pubblico, devono pubblicare sul sito istituzionale i dati di monitoraggio, ben distinti per classi di priorità, riguardanti, tra le altre cose, i tempi di attesa dell’erogazione di tutte le prestazioni.
Per capire meglio quanto la situazione delle liste di attesa sia critica, ecco alcuni dati che parlano da sè.
Nel 2018 sono state eseguite 6736 prestazioni di colonscopia, di cui 4877 nelle strutture pubbliche e 1539 in quelle private.

Le prestazioni erogate nelle strutture pubbliche sono state eseguite presso l’ospedale SS. Annunziata di Taranto con 1907 esami; a seguire, l’ospedale di Martina Franca con 1478 prestazioni. Segue a ruota, con 417 esami di colonscopia la città di Massafra, quindi l’ospedale di Castellaneta con 371 esami e infine, quello di Grottaglie, con 280.

Per ciascuno di questi centri tarantini, bisogna tenere conto che molte domande non sono state soddisfatte a causa dei tempi di attesa. Con questa situazione inaccettabile, molti malati sono costretti a rivolgersi ai privati o alla mobilità passiva.

La Asl ritiene di poter risolvere questo problema allarmante con: “attività di re-call per le prestazioni eccedenti i 180 giorni, con la riorganizzazione delle offerte delle aziende pubbliche e della riorganizzazione delle prestazioni acquistate dal privato. Per il resto si potrà in parte compensare con le prestazioni dedicate allo screening”.

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