Floom: come usare la realtà aumentata di Google

Con la realtà aumentata si possono fare molte cose e se ne potranno fare sempre di più. La tecnologia AR sarà usata in molti settori e per molti scopi, da quelli professionali a quelli sociali, passando per quelli medici, edili e perfino d’intrattenimento. E proprio l’intrattenimento è una delle branche più interessate da questo tipo di tecnologia al momento, perché è il modo più semplice per far capire le potenzialità di questa novità. Un esempio è dato da Floom, costruito con WebXR e Google Maps, una creatura made in Mountain View che ci consente di fare una cosa stupida e splendida allo stesso tempo: guardare tramite un oblò cosa c’è al di sotto dei nostri piedi, dall’altra parte del pianeta.

Cos’è Floom e come funziona

Floom è un’esperienza di puro intrattenimento: non ha chiare connotazioni professionali, né educative (forse un tantino geografiche, se vogliamo). Floom è un applicativo web da utilizzare sul proprio smartphone che ci consente di vedere cosa c’è dall’altra parte del pianeta, ovvero nell’altro emisfero. L’utilizzo di Floom è molto semplice: innanzitutto bisogna prendere il proprio smartphone, quindi recarsi sul sito dedicato (basterà digitare Floom sul motore di ricerca). A questo punto l’applicazione ci chiederà di accedere alla posizione del dispositivo per una più efficiente misurazione e localizzazione. In alternativa questa autorizzazione può essere data manualmente e in modo rapido e semplice sulle impostazioni della Posizione.

Il servizio funziona solo se la fotocamera dello smartphone inquadra il pavimento: se ci inquadriamo le ginocchia, ad esempio, l’app ci inviterà a spostarci sul terreno. A questo punto appare un piccolo tornado, all’interno del quale dobbiamo fare un tap. Il tornado diventerà un vero e proprio tunnel che ci teletrasporterà dall’altro parte del mondo, nell’emisfero opposto: come da un oblò potremo vedere cosa c’è sotto di noi (nel nostro esperimento nulla di elettrizzante, se non le acque profonde del Sud Oceano Pacifico). Tuttavia possiamo modificare l’angolazione del nostro smartphone per modificare l’attraversamento terrestre del nostro tunnel interspaziale e farci catapultare in un altro luogo. Il risultato è comunque piuttosto preciso: anche ripetendolo, i risultati sono infatti gli stessi. Tramite l’applicativo si potrà poi selezionare l’icona di Google Earth per esplorare il luogo.

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Realtà Aumentata applicazioni Google: gli altri programmi famosi

Il sodalizio tra Google e la Realtà Aumentata è destinato a crescere ulteriormente e già oggi è possibile vedere i frutti dell’esperienza di lavoro del team di Mountain View su questa nuova tecnologia, tramite programmi e funzioni molto utili (e non solo d’intrattenimento).

Tra gli applicativi disponibili non possiamo non citare come esempio MeasureUp, che trasforma il nostro smartphone in un vero e proprio metro, consentendoci di prendere le misure anche se non abbiamo il metro in tasca (cosa che effettivamente avviene di rado) e in qualsiasi luogo. Basta inquadrare l’oggetto, attivare la funzione e attendere un pochino per avere lunghezza, larghezza e profondità dell’oggetto di cui stiamo cercando le misure.

In tempo di pandemia è stata, è e continuerà a essere molto utile Sodar, che attraverso il sensore e il display dello smartphone riuscirà a far rispettare il distanziamento interpersonale di sicurezza di 2 metri, attraverso la delimitazione di un perimetro entro il quale scatta una “zona rossa” personale.

Uno dei prodotti più interessanti in materia di realtà aumentata e che Google, tramite gli esperimenti con WebXR sta ultimando, è certamente Picturescape, capace di trasformare la libreria di Google Foto salvata sul device in cloud in una galleria immersiva capace di sovrapporre quelle foto con i luoghi reali e regalando così all’utente una sorta di viaggio nel tempo, ovvero una realistica esperienza di immersione nel ricordo. Qualcosa di fantascientifico che, francamente, non vediamo l’ora di provare.

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