Cicogne nere uccise dai bracconieri, il mondo ambientalista si ribella

Nelle scorse ore, sono state trovate morte due cicogne nere ancora piccoline. Sin da subito l’unica ipotesi è stata rivolta alla caccia. Poi è arrivata anche la conferma direttamente dall’istituto Zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata. Il dottore che si è occupato delle cicogne ha svolto vari esami tra cui quello radiografico che ha dato certezza della presenza di corpi metallici, pallini da caccia, nei loro corpi.

Cicogne nere uccise nel periodo che anticipa l’apertura della caccia

Cicogne nere, esemplari bellissimi che valorizzano la fauna, uccise senza un motivo da dei bracconieri che hanno deciso di anticipare la stagione della caccia. La notizia della morte dei due esemplari ha fatto ribaltare il mondo ambientalista. Si tratta di un evento gravissimo capace di confermare i motivi della preoccupazione di coloro che da anni lottano a favore della natura e degli animali che ci vivono.

In un mondo che prosegue il suo cammino verso un’ideologia green nel tentativo di salvare l’ambiente che ci circonda, il popolo italiano dimostra di non essere ancora pronto. L’uomo caccia per sopravvivenza proprio come un tempo. Oggi però non ci sono più le condizioni di una volta. Ecco perchè gli animalisti tentano di spezzare la catena e porre uno stop decisivo alla caccia che a breve però sarà riaperta.

Gli esemplari di cicogna sono appartenenti alla categoria degli animali rari

Le due cicogne nere trovate morte appartengono ad una specie considerata rara in tutta l’Europa, nel Paleartico è presente al 50% rispetto all’Europa. Nel territorio europeo ad esempio nell’ultimo periodo è stata registrata una crescita numerica di esemplari.

Nonostante questo continua a fare parte delle specie rare che necessita di difesa. In Italia è presente da poco più di 15 anni e la gran parte delle coppie si sono stanziate e sono state recentemente localizzate in Piemonte, Lazio, Basilicata, Molise, Puglia e Calabria.

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