Coronavirus e aria condizionata in Puglia: sì o no?

BARI Coronavirus e aria condizionata: aumentano i rischi di contagio da CoVid-19 utilizzandola? Cosa dice l’ordinanza della Regione Puglia in proposito?

Con l’emergenza sanitaria, molti temono che Coronavirus e aria condizionata siano collegate tra loro. Una prima rassicurazione arriva dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che ha risposto a questa domanda su Radio Capital.

È fuor di dubbio che l’aria condizionata in casa non possa avere alcun effetto sulla trasmissione. I problemi potrebbero essere i flussi d’aria che vengono creati dai condizionatori perché potrebbero spostare le famose goccioline che contengono il virus molto più lontano dal famoso metro di distanziamento. Dipende se l’aria condizionata crea dei flussi”.

Così ha spiegato Lopalco in diretta.

Coronavirus e aria condizionata: cosa fare per prevenire

Per quanto riguarda il condizionatore di casa, le normali precauzioni permettono di utilizzare l’aria condizionata senza rischi. Basta una regolare manutenzione. Cosa succede in luoghi aperti al pubblico?

Serve cambiare più spesso i filtri e non usare detergenti fai da te. Preferire, quindi, al momento dell’acquisto, condizionatori a doppia mandata, che hanno l’uscita verso l’esterno.

Siccome molti locali pubblici utilizzano, invece, condizionatori con ricircolo dei flussi, si consiglia ai gestori che usano questi impianti di tenerli spenti o di cambiarli. Per questo motivo, potrebbe essere spento anche il condizionatore sui mezzi pubblici.

L’ordinanza della Regione Puglia

Cosa dice l’ordinanza della Regione Puglia in merito al rapporto tra Coronavirus e aria condizionata? Alla sezione dedicata alle varie attività produttive, si parla semplicemente di ventilazione, con le seguenti regole tratte dall’ordinanza:

  • “garantire periodicamente l’aerazione naturale nell’arco della giornata in tutti gli ambienti dotati di aperture verso l’esterno, evitando correnti d’aria o freddo/caldo eccessivo durante il ricambio naturale dell’aria.
  • aumentare la frequenza della manutenzione / sostituzione dei pacchi filtranti dell’aria in ingresso.
  • assicurarsi che permangano condizioni impiantistiche tali da non determinare l’insorgere di inconvenienti igienico sanitari nella distanza fra i punti di espulsione ed i punti di aspirazione.
  • attivare l’ingresso e l’estrazione dell’aria almeno un’ora prima e fino ad una dopo l’accesso da parte del pubblico.
  • nel caso di locali di servizio privi di finestre (…), ma dotati di ventilatori/estrattori meccanici, questi devono essere mantenuti in funzione almeno per l’intero orario di lavoro.
  • ambienti di collegamento fra i vari locali dell’edificio (ad esempio corridoi, zone di transito o attesa), andrà posta particolare attenzione al fine di evitare lo stazionamento e l’assembramento di persone.
  • negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione con apporto di aria esterna, tramite ventilazione meccanica controllata, eliminare totalmente la funzione di ricircolo dell’aria;
  • impianti di riscaldamento/raffrescamento che fanno uso di pompe di calore, fancoil, o termoconvettori, qualora non sia possibile garantire la corretta climatizzazione degli ambienti tenendo fermi gli impianti, pulire in base alle indicazioni fornite dal produttore, ad impianto fermo, i filtri.
  • le prese e le griglie di ventilazione devono essere pulite con panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75%.
  • evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente sui filtri per non inalare sostanze inquinanti, durante il funzionamento”.

Per maggiori verifiche, si può consultare direttamente l’ordinanza.

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