Tornati in libertà 60 esemplari di animali a Torre Guaceto

BRINDISI – A Carovigno, nella Riserva Naturale dello Stato che comprende l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, sono stati liberati 60 animali selvatici. Con una partecipata cerimonia che si è tenuta qualche giorno fa, è stato molto emozionante assistere alla liberazione degli esemplari.

I 60 esemplari erano stati soccorsi e curati presso le strutture dell’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto. Qui i medici veterinari dell’Università di Bari si sono amorevolmente presi cura degli splendidi animali.

Coordinatore dei medici e dei tecnici faunistici che si prendono cura della fauna selvatica è il professor Antonio Camarda. E’ docente di Patologia Aviare presso il Dipartimento di medicina Veterinaria dell’Università di Bari.

L’Osservatorio faunistico di Bitetto è un centro importantissimo per l’assistenza della fauna selvatica. Questa viene monitorata anche quando, dopo le cure e la guarigione, avviene la loro liberazione. Per questo motivo gli animali vengono inanellati, per assicurarsi che godano sempre di ottima salute.

Poterli riportare alla libertà è sempre un momento di gioia e di soddisfazione. Come lo è stato proprio in questi giorni, con la liberazione dei 60 esemplari.
Ecco che sono tornati liberi: 2 gufi, 3 assioli, 20 falchi grillai, 1 occhione, 2 ricci, 2 volpi, 8 gabbiani reali, 4 volpoche, 1 nitticora.

Torre Guaceto, habitat ideale per molti esemplari, scelto dal Centro di Bitetto

Qui gli animali trovano la libertà. Essendo un’area protetta, trovano l’ambiente ideale anche per riprodursi.

La Riserva è costituita da una macchia mediterranea con una ricca flora, una zona umida con la palude, la zona marina e le spiagge dove vige il divieto di balneazione.

Nella zona è consentita la pesca, ma soltanto una volta a settimana e con reti a maglie larghe, per impedire che vengano pescati piccoli pesci in fase di sviluppo che non si sono ancora riprodotti.

In quest’ area, avvengono controlli molto severi da parte delle Forze dell’Ordine, per ridurre al minimo l’impatto antropico sull’area protetta.

In questo modo si permette alla fauna selvatica di stazionare indisturbatamente e scegliere questo luogo come posto ideale dove vivere.

L’evento della liberazione dei 60 esemplari ha rappresentato il risultato dell’impegno e della passione che si mette in questo lavoro. Tutto questo è reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra il Consorzio, la Regione Puglia e l’Università degli studi di Bari.

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