Semina il vento: il film made in Puglia

Il film “Semina il vento” di Danilo Caputo di Taranto è destinato a essere già un successo tutto pugliese. Da qualche giorno è in programmazione nelle sale cinematografiche e lo resterà fino al 9 settembre. Il film è stato presentato a Seul, alla Berlinale e al Bif&st. Nasce con l’idea di dare un forte segnale di protesta contro la società corrotta e la rassegnazione che molto spesso è alla base di questo sistema.

Semina il vento, la storia

La trama del film “Semina il vento” è molto avvincente. Tutto parte dalla storia di Nica, ovvero la protagonista, una ragazza che decide di lasciare gli studi di agronomia dopo 3 anni di assenza per tornare nel suo Paese vicino Taranto in Puglia e ricostruire la sua vita. La ragazza è molto sensibile, ama le cose più semplici e la sua terra. Molto spesso si fa riferimento al inquinamento dell’Ilva, agli uliveti malati a causa della xylella. Sfrutta le sue competenze per cercare di rimettere in sesto la sua piccola attività in un ambiente ecosostenibile.

I drammi pugliesi

Il dramma dell’inquinamento, il problema della coltivazioni pugliesi nonché tutte il degrado e la difficoltà ad emergere in un territorio come quello del Sud Italia, vengono fuori nella storia di “Semina il vento”. Il padre di Nica vorrebbe distruggere gli uliveti per avere un indennizzo dallo Stato mentre invece, lei non si ostina ad essere sognatrice e a portare avanti un mondo migliore dove la società è corrotta e prigioniera l’indifferenza, non può averla vinta. Una storia molto avvincente del regista Danilo Caputo che farà riflettere sulla Puglia e sulle cose da migliorare.

film Semina il vento

POTREBBE INTERESSARTI
Cambia impostazioni privacy